La discriminazione dei Rom

La discriminazione dei Rom in tempo di guerra in Polonia continua, in modo più cattivo e feroce, proprio perché c’è la guerra in Ucraina. I Rom vengono respinti ai confini. Gli viene negato l’accesso perché non in regola con i documenti. Vengono segregati, emarginati, confinati.

Ogni giorno è un calvario per migliaia di Rom ucraini che non hanno un luogo dove rifugiarsi. Ogni giorno migliaia di bambini, di donne vengono spinti sui teatri di guerra. Nessuno li accoglie, anzi applicano regole di discriminazione feroci, contro di loro. La bella Europa, che non accoglieva i siriani, i kurdi, gli afghani, non accoglie anzi scaccia anche i Rom. Eppure dalle notizie dei media (televisioni e giornali) ci fanno credere che accolgono i profughi ucraini a braccia aperte. Ma non è così. L’Europa, ha prodotto i profughi di serie A e di serie B.

La vita dei bambini, delle donne, delle persone, non è tutta uguale. In Polonia vengono perseguiti, tanto che hanno intrapreso un viaggio al contrario, cioè, preferiscono correre il rischio delle bombe, alla caccia al Rom che si è aperta in Polonia. I L presidente della associazione dei Rom in Polonia, Roman Kwiatkowski, spiega che il 2018 era sta to l’anno orribile per 400 mila Rom che vivevano in Ucraina, linciaggi, e pogrom, nella zona che confina con la Polonia e Slovacchia. Molti erano fuggiti in quei paesi. Ma ora vengono cacciati, e molte famiglie hanno intrapreso un viaggio al contrario. Dalla Polonia tornano i Ucraina, sotto le bombe, esposti ai linciaggi e pogrom. Kwiatkowski ha una sua teoria “la disperazione sta spingendo molti a fare ritorno in Ucraina. Alcuni preferiscono correre il rischio di vivere in un paese in guerra alla realtà di essere sottoposti ad una incessante discriminazione all’estero”. I cittadini Rom devono affrontare una discriminazione che è doppia, dalle sue parole si evince che l’accoglienza in Polonia è sempre più basata sulla segregazione.

Nessuno li vuole. Tutti li scacciano. Al loro arrivo i Rom incontrano ostilità e pregiudizi e devono fare i conti con l’indifferenza della gente. Nessuno li aiuta. Nessuno li vuole ospitare. Spesso rimangono al freddo, sotto la pioggia, senza mangiare. I bambini piangono, ma nessuno li aiuta, anzi li emarginano ancora di più, con ogni tipo di violenza e segregazione. La bella Europa se ne lava le mani.


di Claudio Caldarelli