Vojager Golden Record
In questa Stagione, l’Orchestra Sinfonica di Milano intreccia la musica sinfonica con altre discipline nella rassegna “Intersezioni.” Dopo l’evento inaugurale del 26 ottobre, che ha esplorato il rapporto tra musica e arte figurativa in collaborazione con la Pinacoteca di Brera, la serie continua il 30 novembre alle ore 18, all’Auditorium di Milano, con “Voyager Golden Record. La musica nello spazio profondo,” una lezione-concerto che mette in dialogo la musica sinfonica con l’astronomia.
Sul palco ci sarà l’astrofisico e divulgatore Matteo Miluzio, curatore del celebre portale scientifico “Chi ha paura del buio?”, insieme all’Orchestra Sinfonica di Milano e al Maestro Concertatore Luca Santaniello. Al centro della serata c’è il progetto della NASA del 1977: il Voyager Golden Record, un messaggio musicale e culturale inviato nello spazio profondo a bordo delle sonde Voyager, con l’intento di comunicare con eventuali civiltà extraterrestri.
Nonostante il valore dei materiali che lo compongono, il vero significato del Voyager Golden Record risiede nel suo contenuto: un messaggio simbolico che raccoglie suoni, immagini, musica, e pensieri umani. L’esplorazione spaziale non è solo il tentativo di superare i limiti umani, ma anche il desiderio di lasciare un’impronta destinata a resistere al tempo e a viaggiare verso l’ignoto.
Le sonde Voyager, simbolo di questa ricerca di significato, ora si trovano nello spazio interstellare, oltre l’eliosfera, a più di 18 miliardi di chilometri dalla Terra. Nonostante la distanza — un viaggio che la luce coprirebbe in circa 20 ore — continuano a comunicare con noi, pur con segnali deboli. Queste sonde hanno inviato immagini memorabili di pianeti come Urano e Nettuno, e il loro messaggio, guidato dall’astrofisico Carl Sagan, racconta non solo chi siamo, ma anche le nostre emozioni.
Chiunque trovasse il Golden Record potrebbe scoprire più di 100 immagini del nostro mondo, dal DNA umano a scene di vita quotidiana, come una madre che allatta. Sentirebbe messaggi di pace in oltre 50 lingue, dall’accadico, un’antica lingua di 6000 anni fa, fino al linguaggio universale della musica con compositori come Bach, Mozart, Beethoven, e anche Chuck Berry.
Il disco raccoglie anche i suoni della Terra: il ruggito di un vulcano, il rombo di un temporale, il rumore delle onde del mare, il canto degli uccelli e delle balene, fino ai suoni umani più intimi come i passi, il battito del cuore e il pianto di un bambino. I primi passi dell’uomo verso il progresso sono rappresentati dal crepitio del fuoco, fino al codice Morse, simbolo dell’inizio delle comunicazioni moderne.
Sulla copertina del Voyager Golden Record sono state incise istruzioni per la decifrazione e la posizione del nostro Sole nella Galassia, anche se è improbabile che qualcuno possa mai trovarlo. Tuttavia, il disco resterà forse un segno eterno della nostra esistenza, portando un messaggio di amore verso il cosmo, e ancora di più, verso l’umanità stessa.
Il 30 novembre, Matteo Miluzio e l’Orchestra Sinfonica di Milano, diretta da Luca Santaniello, racconteranno questo straordinario viaggio attraverso la musica di Bach, Mozart e Beethoven, unendo l’esplorazione spaziale al desiderio umano di lasciare una traccia duratura in un universo infinito. Sarà un’occasione per celebrare la speranza e la determinazione che spingono l’uomo a esplorare l’ignoto e a sopravvivere al proprio tempo.
Aurora Ercoli