Venezia 2016, i vincitori

GiusyÈ calato il sipario anche quest’anno sulla kermesse cinematografica veneziana, giunta alla sua settantreesima edizione. Ad aprire la manifestazione del festival più antico del mondo è stato quest’anno il musical La la land, diretto da Damien Chazelle, regista di Whiplash, che ha portato il premio alla sua protagonista femminile. Premiata è stata anche la grande attesa per il ritorno alla regia di Tom Ford, sette anni dopo l’uscita di A single man. Nessun premio invece per l’attesissimo documentario di Terrence Malick, Voyage of time: life’s journey, una riflessione sulle origini dell’universo realizzata con una serie di riprese girate in mezzo alla natura in diverse parti del mondo, con le voci narranti di Brad Pitt e Cate Blanchett. A secco sono rimasti anche i tre film italiani in concorso: il documentario Spira mirabilis di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, Piuma di Roan Johnson, e Questi giorni di Giuseppe Piccioni.
Il Leone d’Oro del festival del cinema di Venezia va quest’anno a The Woman Who Left, del regista filippino Lav Diaz, che racconta la storia di una donna che passa trent’anni in carcere per un crimine non commesso, tra la ricerca di una vita nuova e il ricordo di vecchi dolori. Il regista, già Pardo d’Oro a Locarno nel 2014, definisce il suo un cinema libero, dedicando il film e la vittoria “al popolo filippino e alla sua lotta quotidiana”.
La miglior interpretazione maschile è stata giudicata quella di Oscar Martínez, l’attore di El Ciudadano Ilustre; mentre la miglior interpretazione femminile è stata invece assegnata a Emma Stone per La La Land. Il Gran premio della giuria l’ha vinto Nocturnal Animals di Tom Ford. Preside d’eccezione della giuria di quest’anno è stato Sam Mendes, regista di American Beauty e degli ultimi due film di James Bond: di fronte alla sorpresa generale nei confronti di Lav Diaz vincitore, Mendes ha spiegato come quest’anno si sia cercati di uscire dai film convenzionali, nel tentativo di dare risalto a film diversi in modo da incoraggiare il pubblico a vederli. Onorevole intento, che però non mancherà di far notare ai più come i film privilegiati a Venezia raramente riescano ad avere successo in sala, mentre i titoli americani in gara, trascurati, vanno puntualmente a vincere importanti Oscar nel marzo successivo: basti pensare, senza voler andare troppo indietro, a Birdman del 2015 o al Caso Spotlight dello scorso anno. Che Venezia si possa considerare piuttosto una rampa di lancio per gli Oscar?

di Giusy Patera