La gioia di un passato, in fondo, straordinario

L’odore della farina, del lievito madre, riempiva le narici dando un motivo ai succhi gastrici per risvegliarsi. Si iniziava presto a preparare quanto necessario per il pane, i biscotti, i “pastieri”. Erano numerosi i nipoti e cinque i figli ma la direttrice dei lavori, di fronte alla quale nessuna fiatava o pensava di dire la sua, era la Nonna. Non perché si imponesse in modo forte. Era un tacito riconoscimento della sua capacità di dare agli elementi una forma, un sapore, un profumo di buono che nessuno avrebbe potuto eguagliare.
Era l’odore di amore e di affetto e di legami, che difficilmente qualcuno avrebbe potuto imitare.
La Nonna era il buono.
Erano le fragole messe da parte per ogni nipote, frutto di qualche piantina cresciuta sul terrazzo, sotto il sole cocente di una Sicilia selvatica, profumata e antica. Era la scoperta del pane nella sacca, ricavata da stoffa di cuscini, chiusa da una cordicella. Odorosa di fresco, pulizia e fame.
Silenziosa, con gli occhi intelligenti e penetranti, a volte amava soffermarsi a ricordare la sua fanciullezza, per poterne raccontare ai nipoti. Un viso regolare, i lunghissimi capelli raccolti da sempre in due treccine ordinate, ogni mattina, davanti ad uno specchio posto all’ingresso, appuntate in una crocchia ordinata. Capelli che avevano conosciuto lo splendore di un rosso tiziano, che avevano incorniciato un volto dalla pelle chiara. Madre di cinque figli e nonna di tanti nipoti. Per ognuno era unica e per ognuno aveva un pensiero.
Il suo era quell’odore di casa, dell’abbraccio discreto e dettato dal cuore. Concreta e dedita ai suoi amori. Era illuminante quando invitava a dedicarsi alla propria crescita. Studiate e andate fuori, diceva, perché “chi esce riesce”… Lei che non aveva potuto andare oltre la seconda elementare, perché, donna dei primi del novecento, non aveva potuto, con suo rammarico, studiare, essendo destinata alla casa ogni sua attenzione.
Studiare è bello, diceva.
Le sue parole le dovrebbero ascoltare oggi tutte quelle giovani che danno per scontato il loro “diritto” allo studio. E sbuffano annoiate di fronte ai libri, senza capirne la ricchezza e la libertà.
Era un mondo intero in una piccola donna che non era mai andata oltre la porta di casa propria, di quella casa che, nei giorni di festa, prendeva l’odore del pane preparato per tutti mentre lei era il lievito per i suoi figli, per i nipoti. In tutti ha lasciato un’impronta nell’anima.
• I Pastieri sono una leccornia della città di Modica. Un preparato di carne (a volte si aggiunge riso), posto in un “contenitore” di pasta sottile, cotto al forno. In passato la carne era costituita esclusivamente da interiora di agnello, mentre oggi si usa di solito del tritato di maiale e vitello, unito a prezzemolo, pepe nero, formaggio, pangrattato, uova.

di Patrizia Vindigni