Covid 19 – Il rispetto delle regole e il libero pensiero
I tempi difficili legati al Coronavirus hanno evidenziato la nostra incapacità di essere popolo e comunità. Di fronte all’emergenza molti di noi hanno agito in modo scomposto senza comprendere il significato degli inviti del Governo a restare in casa il più possibile, a lavarsi le mani, a limitare gli spostamenti a quelli strettamente necessari.
Campi sciistici invasi, gente che ha organizzato feste anti paura, gente in fuga dalle zone in cui il virus è più diffuso, viaggiando in treni stracolmi e aumentando, così, in modo esponenziale la possibilità di beccarsi la malattia, facendole anche valicare i confini definiti dalla zone di emergenza. In realtà per evitare il problema di ammalarsi, per tutti i fuggitivi, sarebbe bastato restare in casa, godendosi la televisione, qualche film, libri e sane dormite.
Si è posto quindi il problema, attuale ma anche futuro, del se e come potrebbe essere necessario, a fronte dei danni che possono derivare realmente alla collettività da comportamenti sconsiderati, limitare la libertà di spostamento e di azione di ognuno di noi.
Manca di fondo un’educazione a gestire le difficoltà che possano sorgere con il senso del collettivo.
Passato questo difficile momento, che influirà sui nostri comportamenti, probabilmente, anche per il futuro, sarà da valutare una crescita, a partire dalle scuole, fino ad arrivare all’ottantenne, nella capacità di rispettare le regole come singolo e come membro della collettività.
L’arrogarsi la possibilità di fare diversamente, di non credere, di avere un altro pensiero rispetto a quello indicato come utile per l’ambito sociale, in una situazione come quella generatasi dal Covid 19, va combattuta. Il bene di tutti deve cominciare a essere parte del nostro pensiero. Ne deriverebbe del bene non solo nella lotta al Coronavirus ma anche in tutte le altri mille occasioni in cui poniamo il soddisfacimento di un nostro immediato e singolo bisogno al centro del nostro agire.
Cambierebbe il rapporto con l’ambiente, probabilmente ci renderemmo conto che ogni nostra azione che danneggia il pianeta, fa male alla collettività e anche a noi. Cambierebbe il rapporto con il rispetto di regole anche più banali, comprese quelle della convivenza in un condominio. La nostra libertà e il suo uso comincerebbero a riconoscere come sacro e inviolabile il diritto degli altri.
Per la mancanza di attenzione il virus Covid 19, favorito da chi ancora sostiene che non è pericolo, si è diffuso a livello planetario, creando dolore, sofferenza, divisioni. Ci ha costretto a casa. Utilizziamo il tempo che abbiamo per riflettere e migliorarci.
di Patrizia Vindigni