Il Popolo della Pace

La guerra c’è, in tutte le sue orribili e drammatiche forme. Si bombardano le scuole, i negozi, i ponti, gli ospedali, le centrali elettriche. La carneficina a cui assistiamo riempie i cimiteri. Di entrambe le parti. Ma la guerra c’è anche il altre regioni del mondo, con i suoi morti, con le sue distruzioni. Nessuno ne parla. Non fa comodo ricordare che Israele in questi giorni ha bombardato i territori della Palestina, causando decine di morti. Non si parla della aggressione e occupazione di Israele nei confronti della Palestina. La guerra c’è e distrugge, causa morti.

È guerra anche la carneficina che avviene nel Mediterraneo, ogni giorno, con la morte di decine di persone. Con la morte di decine di bambini. Con le navi respinte dai porti italiani, con le navi ferme nei porti a cui viene vietato di salpare per prestare soccorso. La guerra c’è. In tutto il mondo. Eppure i morti delle guerre non sono tutti uguali.

In questo momento contano solo i morti in Ucraina. L’aggressione della Russia, giustamente condannata dal mondo occidentale, mette in luce l’ipocrisia di un mondo che non considera la Pace come una opzione possibile. L’ipocrisia dell’Europa non considera la Pace come opzione possibile. Aumentano le armi inviate Kiev. Aumentano le spese militari. Aumentano i morti. Aumentano i cimiteri.

L’orribile massacro in corso alle frontiere dell’Europa sta degenerando verso una guerra nucleare. Si parla di atomica. Si parla di “bomba sporca”. Si parla di ricorso al nucleare come forma di difesa. Ci sarà quindi sempre più carne da cannone su entrambi i fronti, e più cimiteri da riempire. Nei documenti ufficiali delle Cancellerie, dei Parlamenti, delle Istituzioni, non si parla di Pace. L’unica grande Istituzione che parla di Pace è la Chiesa di Papa Francesco.

In nessun documento ufficiale compare la parola: negoziato, cessate il fuoco, neutralità, status dei territori contesi, conferenza internazionale di Pace, sicurezza collettiva. Parole aborrite da un ceto politico, di destra e di sinistra, genuflesse al volere americano di Biden, che sta distruggendo l’economia europea con un ecatombe di vite umane.

C’è, ed è reale, il rischio di un inverno nucleare. Menzionato da entrambi i fronti. Di fronte all’incapacità dei governi e delle istituzioni internazionali di arrestare questa corsa al suicidio si devono muovere i popoli. Deve risorgere, come un araba fenice, il Popolo della Pace. Deve riempire le piazze di tutto il mondo. Con milioni di donne, uomini, ragazze, che gridano libertà e Pace, come avviene in Iran in questi giorni.

Il 5 novembre ci sarà una grande manifestazione per la Pace, a Roma, così come dovranno esserci in tutte le città del mondo, per dire ai governanti: ora e sempre Pace. Con difficoltà, il Popolo della Pace inizia a muoversi, radunando intorno a sé associazioni, organizzazioni, movimenti, sindacati, chiesa e tanto altro. Una nuova speranza si intravede all’orizzonte, e prima che sia troppo tardi si mette in cammino.

Il Popolo della Pace, sottolinea come “le armi non portano la Pace, ma solo sofferenze per le popolazioni. Non c’è nessuna guerra da vincere: noi vogliamo vincere la Pace”. I promotori della grande manifestazione del 5 novembre a Roma, sottolineano come invece sia necessario “che il nostro Paese, l’Europa, le Nazioni Unite, operino attivamente per favorire il negoziato avviando un percorso per una Conferenza Internazionale di Pace che, basandosi sul concetto sicurezza condivisa, metta al sicuro la Pace anche per il futuro”.

La Pace, un cammino arduo, difficile da realizzare, ma sicuramente più facile della guerra. Eppure per l’Europa e l’America, è più facile fare la guerra. Il Popolo della Pace può invertire questa tendenza, obbligando i governanti a fare la Pace per “vincere la Pace”. E per dirla come Papa Francesco: tacciano le armi.

Claudio Caldarelli – Eligio Scatolini

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