30mila dispersi nel Mediterraneo

Dal 2014 nel mare Nostrum sono morti o dispersi più di 30mila migranti che fuggivano da guerre e fame. La violenza contro le donne che fuggono sono quotidiane e di una barbarie non ha fine. Bambini che muoiono di sete mente attraversano il deserto, i pochi che si salvano dal deserto scompaiono in mare. Le donne vengono violentate brutalmente nei centri, picchiate, bastonate, rese schiave da un sistema che l’Europa non condanna. Gli accordi con i paesi frontalieri del mare, Libia e Tunisia in primis, sostengono i centri di detenzione che sono veri e propri lager a cielo aperto sotto il sole cocente del deserto.

Undici anno dopo il drammatico naufragio del 3 ottobre 2013 al largo di Lampedusa, nulla è cambiato e le persone che muoiono in mare sono circa 8 al giorno. Un numero spaventoso di morti che potrebbero essere salvati con una politica di accoglienza che tuteli i diritti umani.

Nel numero enorme (30mila morti) ci sono centinaia di bambini che muoiono affogati, di fame e di stenti. Nessuna voce in loro difesa. Solo Papa Francesco si schiera apertamente con le sorelle e fratelli migranti difendono il loro diritto alla vita.

Undici anni dopo Lampedusa in cui morirono 368 persone, nulla è cambiato. In questi anni le notizie delle imbarcazioni che affondano sono quotidiane. Le navi delle ONG che tentano di salvare donne e bambini, sono ferme dei porti per le ordinanze della capitaneria. Il governo agisce al contrario, invece di inviare navi di soccorso, blocca o rallenta i soccorsi.

“Se da un lato manca un meccanismo coordinato di ricerca e soccorso dall’altro l’UE continua ad attuare misure di contenimento volte ad arginare le partenze e l’arrivo nel proprio territorio, concludendo fra l’altro accordi controversi e poco trasparenti con i Paesi terzi, sostenuti da ingenti somme di denaro senza autentiche garanzie di rispetto dei diritti umani né meccanismi di monitoraggio…” scrive Redattore Sociale.

Emanuele Caldarelli