Il denaro, o il vero motivo delle guerre

Altina

In occasione del Primo Vertice Umanitario Mondiale iniziato lunedì 22 maggio, Papa Francesco ha compiuto un discorso sull’avidità, sostenendo con fervore che: «La carne dell’umanità» è «ferita dall’ingiustizia, dalla sopraffazione, dall’odio e dall’avidità». Facile intuire come l’avidità, strettamente legata al denaro, conduca l’uomo alle guerre più spietate, al terrorismo e di conseguenza all’emergenza emigrazione. Nell’omelia, infatti, il Papa ha ribadito l’importanza di salvare le vite dei migranti: «Accompagniamo con la preghiera i partecipanti a tale incontro perché si impegnino pienamente a realizzare l’obiettivo umanitario principale: salvare la vita di ogni essere umano, nessuno escluso, in particolare gli innocenti e i più indifesi».

Il Primo Vertice Umanitario nasce in una situazione straordinaria, in quanto ogni giorno continua l’affluenza di migranti dal Medio Oriente, dall’Africa, sulle coste italiane, greche e sui confini turchi. La curia romana parteciperà al vertice con il segretario di Stato il Cardinale Pietro Parolin. Le stragi in mare degli ultimi mesi, dovute all’afflusso di migranti a bordo di imbarcazioni di fortuna, hanno smosso le coscienze dei leader europei. La scelta della Turchia non è casuale, essa è il ponte per raggiungere l’Europa per i popoli che provengono principalmente dai paesi mediorientali. Far finta di niente girandosi dall’altra parte oggi è impossibile, chi lo fa non ha una minima percezione della realtà. Allora, nella mia mente risuona l’eco delle parole del papa, che trova una sgradita giustificazione nel binomio denaro/demonio. Infatti, il motore delle guerre più cruente, che sono mascherate dall’odio razziale o religioso (queste sono soltanto misere scuse), è il denaro, o meglio l’avidità, cioè la smania di accumularne quanto più possibile. Non importa se per arricchire si sacrificano migliaia d’innocenti, se molti altri sono costretti all’esilio forzato, o se altri disperati raggiungono l’Europa rischiando la vita. Tutto questo, ancora una volta, è follia.

Nell’anno del Giubileo si vuole dare una risposta concreta, o quantomeno confortare milioni di persone che hanno perso la fede nella religione e soprattutto nel clero. Questo fenomeno si coglie nei più giovani, che delusi dal mondo circostante, non hanno più valide ancore di salvezza. Forse la chiesa sta cercando di riavvicinare quella parte di popolo smarrita, in cerca di un’identità religiosa. Ora sono necessari gesti concreti, da parte di tutti, come ad esempio la rinuncia. In questo tempo, almeno i potenti devono sacrificare un po’ di quel denaro che bramano ardentemente. Sappiamo che è molto difficile, ma ormai soltanto i governanti devono rinunciare, il popolo non è più capace di sopportare altre restrizioni. L’omelia di Papa Francesco è un modo pacifico per dire che ora è il momento di cambiare verso, altrimenti le popolazioni stremate non sopporteranno nuovi soprusi. Ahimè, queste non sono parole minacciose, ma la dura realtà che potrebbe profilarsi, e a quel punto il denaro e l’avidità produrranno demoni molto pericolosi, perché senza ragione.

di Daniele Altina