Il genocidio negato

Durante la prima guerra mondiale si compie in Turchia il genocidio del popolo armeno(1915-1923),il primo del ventesimo secolo. Gli storici calcolano che sono stati vittima dell’orrore circa 1.500.000 armeni , e cioè i due terzi dell’etnia presente nell’area anatolica.

Le responsabilità di questo atto infame e crudele vanno addebitate ai giovani turchi che allora avevano preso il potere. Il movente dei massacri è da recarsi nell’obiettivo da parte del governo di riformare lo stato  sull’omogeneità etnica e religiosa. Infatti la popolazione armena, di religione cristiana, che aveva assorbito gli ideali dello stato di diritto di stampo occidentale, con le sue richieste di autonomia poteva costituire un ostacolo, opponendosi  al progetto governativo.  Gli ottomani volevano cancellare la comunità armena come soggetto storico, culturale e soprattutto politico, come testimoniano le deportazioni e i sequestri dei beni e delle terre degli armeni.

I massacri armeni  seppur riconosciuti in modo unanime da tutto il mondo civile,oggi vengono riconosciuti come crimini contro l’umanità anche dalla Germania. Infatti il bundestag ha riconosciuto gli eccidi  da parte degli ottomani come un genocidio. Per una questione di 100 anni fa si è aperta una bufera diplomatica tra Ankara e Berlino, soprattutto dopo l’accordo tra U.E. e Turchia sui rifugiati conciliato da Angela Merkel.Inoltre Turchia e Germania sono legate da frequenti scambi commerciali che vedono l’economia tedesca al primo posto in Anatolia. Anche se i tedeschi sono sensibili sin dalla fine della seconda guerra mondiale alla tematiche dei genocidi,non si può dimenticare che la Germania era alleata della Turchia durante il primo conflitto  mondiale. Infatti in Germania in quel periodo si conosceva il dramma armeno.

 

L’epurazione etnica degli armeni ha posto fine ad  un tessuto di convivenza tra musulmani e cristiani, durato secoli, che ha costituito una originalità del mondo ottomano. Questa brutta storia ci deve far comprendere che il razzismo è sempre alle porte,nutrendosi di odio lastricato dall’indifferenza come ci insegna la storia. Leader politici nel loro progetto criminoso, predicando l’omogeneità culturale e politica si servono della popolazione ignara, che credendo in essi si scatena violentemente contro una minoranza religiosa o sociale. Tutto ciò alimenta una spirale di violenza che viene alimentata anche dai perseguitati. Oggi purtroppo, nel terzo millennio si assiste ancora a pregiudizi razziali, pure nei confronti di coloro che arrivano nel mondo occidentale, per scappare dalle barbarie della guerra. Il razzismo non deve essere più ammesso, perché solo attraverso la diversità si costruisce l’unità. Esso può degenerare in crimine ed assassinio e non possiamo permettercelo. La violenza non è mai giustificata anche perché come canta Guccini in Auschwitz “come può un uomo uccidere un suo fratello”?

di Lucio Altina