Urlo ma non mi sentono

maria

Le paure sono ben radicate nella nostra mente e ne siamo spesso dominati e non ci sentiamo liberi, ma pieni di senso di inferiorità, tristezza, rabbia e sfiducia

Molte volte ci riempiamo di nervosismo, ira e tensione, siamo dominati dalla paura. E’ una sensazione di debolezza di fronte alle aggressioni e alle sfide che ci caricano di tensioni davanti ai pericoli o davanti a qualsiasi cosa che possa toglierci la nostra sicurezza.

In realtà la tristezza, molte paure e la depressione hanno a che vedere con una grande resistenza interiore al mondo esterno.

La persona che si sente fragile, con una bassa autostima, finisce per fuggire da tutto all’esterno, perché pensa che non ha più la forza per affrontarlo, che non riesce più a sopportarlo. In tal modo la persona perde il contatto con il mondo esterno, perché lo vede come un nemico.

Si sente fragile, indifesa, fallita, si abbandona, si lascia morire e crede che non ha più la forza per cominciare qualcosa di nuovo.

Arriva il giorno in cui nulla sembra risultare buono, tutto appare molesto.
Arriva il giorno in cui sembra che la sorte si sia decisa ad investirci, assommando ogni tipo di sventura. Tutto appare crollare attorno a noi e nella solitudine in cui ci ritroviamo, i perché rullano nella testa rischiando di portarci alla disperazione.Ci lasciamo andare alla disperazione e rischiamo di vivere da arrabbiati contro tutti e contro tutto.

Per scaricare completamente la tensione accumulata e lo stress al pensiero dovrebbe seguire l’azione, ma siccome non è possibile uccidere il nemico, e non è possibile dare un pugno al capoufficio, o a chi ci ha criticato e alle persone odiose. E a volte non è possibile risolvere i problemi assillanti, né tantomeno trovare un tesoro nascosto, o vincere una grossa somma alla lotteria…, la tensione resta dentro e continua a crescere, provocando il rimuginamento dei pensieri negativi che si autoreplicano e alimentano essi stessi.

A volte i pensieri negativi continuano ad assillarci, ma questo è dovuto anche da tutte le cose che quotidianamente ci accadono – per esempio le paure, le perdite, gli insuccessi, le critiche, le aggressioni, etc. – se fosse facile, ci sbarazzeremmo rapidamente della sofferenza e dell’infelicità, ma, ovviamente, non è facile.

Quando ci assillano i pensieri negativi, arriviamo al punto di sentirci male, di non riuscire a fare più nulla di quello che si faceva prima: anche di fare una semplice camminata, di uscire, anche di divertirsi, non si ha più l’entusiasmo per nulla, tutto pesa, non si ride più.

Se bastasse solo respirare e sostituire con pensieri positivi (che siamo belli, in gamba, attraenti, che abbiamo fatto delle cose bellissime nella vita, che siamo pieni di capacità) magari fosse, forse i nostri problemi sarebbero già risolti da anni.

Ci si chiede dove è finito l’ottimismo e la gioia di vivere?
In certi casi sono state vissute talmente tante delusioni che le aspettative sono state seppellite sotto uno strato di rassegnazione.

Le paure sono ben radicate nella nostra mente e ne siamo spesso dominati e non ci sentiamo liberi, ma pieni di senso di inferiorità, tristezza, rabbia e sfiducia. Non ci sentiamo autosufficienti, al contrario, ci sentiamo vuoti, persi, subissati dalle aspettative o sopraffatti dall’insicurezza e dalla paura. Ci ritroviamo ad urlare dentro e nessuno ci sente.

La vita è strana. Proprio quando crediamo di aver calcolato tutto, quando finalmente cominciamo a fare progetti, ci sentiamo elettrizzati e crediamo di sapere quale strada prendere, proprio allora quella strada devia, quella porta si chiude, i punti di riferimento cambiano, il vento si mette a soffiare in un’altra direzione, il Nord diventa Sud, l’Est diventa Ovest, e ci sentiamo perduti. E’ talmente facile smarrire il cammino, perdere l’orientamento.

La vita è fatta di incontri e di separazioni. Le persone entrano nella nostra vita tutti i giorni, gli diciamo “Buongiorno”e “Buonasera”, alcune restano
qualche istante, qualche minuto, alcune per qualche mese, qualcuna per un anno, altre per sempre. Ci si incontra e ci si separa. A volte le cose e le persone semplicemente se ne vanno.

Spesso creiamo delle barriere, sono come delle porte, già perché le porte sono barriere, sono spesse, sono cose che ci permettono di decidere se far entrare o meno le persone. Proprio perché perdiamo la fiducia dopo che più volte ci fidiamo della gente sbagliata.

E allora ci creiamo delle regole, innalziamo muri, allontaniamo le persone.
Siamo soli, ci sentiamo soli, siamo nel buio. Tristi e soli.
E lì un urlo che nessuno nel vuoto può sentire all’infuori di noi. Un urlo così forte, quasi da volerlo gridare a squarciagola. Sì, ci ritroviamo a urlare dentro e nessuno ci sente.

E lì ogni lacrima è un grido d’aiuto.

Ci perdiamo cercando le risposte a tutte le difficili domande della vita, (perché questo accade proprio a noi). E non riusciamo ad accettarlo, non ce ne facciamo una ragione.

A volte, se non prestiamo attenzione, capita che non riusciamo più a vedere noi stessi.

Alcune volte, nei momenti peggiori della vita, ci sono due cose che possiamo fare: crollare, perdere la speranza e rifiutarci di andare avanti, rimanendo stesi con la faccia per terra a dare pugni e a scalciare; oppure ridere.

In noi c’è la vita, ma sembra quasi che non c’è vita. Non la sentiamo, tranne che per il cuore che batte più forte, l’unico a combattere, a pompare, l’unico rimasto in piedi. E noi giù, andiamo giù, sempre più giù, precipitiamo, come se il nostro mondo sia andato completamente in pezzi.

di Maria De Laurentiis

 

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