Non praevalebunt. Papa Bergoglio e i suoi nemici.
Col passare dei giorni diventano sempre più frequenti gli attacchi condotti contro papa Francesco. E non è difficile capire chi siano i mandanti, e quali i loro fini.
In pochi giorni si sono avuti almeno quattro episodi decisamente ostili:
1) i manifesti di dileggio, stile Pasquino, attaccati a Roma;
2) le scelte “sono fatti interni” all’Ordine di Malta, da parte del Presidente;
3) il commissario inviato a Medjugorje per diatribe all’interno del clero;
4) la pubblicazione e la distribuzione di un falso Osservatore Romano.
Ad essi, parallelamente, hanno replicato le osservazioni del pontefice, ultime quelle contenute nell’intervista rilasciata in occasione della pubblicazione del numero 4.000 di “La Civiltà Cattolica”, che è la rivista dei gesuiti definita di alta divulgazione e che, unica nella chiesa, viene inviata in bozze alla Segreteria di Stato per una preventiva approvazione dei contenuti.
Partiamo dai manifesti, centinaia, scritti in dialetto romanesco ed affissi nei quartieri di Roma. Senza firme, in stile falso popolare, vengono commentati con sdegno interventi disciplinari diversi (rimozione di sacerdoti e cardinali, commissariamento o imposizione di dimissioni in congregazioni ed ordini per gravi motivi, e sempre dopo istruttoria), e poi conclusi con: “ma ‘ndo sta la tua misericordia?” Strano, il linguaggio del popolo per episodi che danno fastidio soprattutto in Curia ai molti conservatori…
La replica del papa? Forse con le sue parole all’Angelus di domenica 12: “Così Gesù insegna come fare pienamente la volontà di Dio, con una giustizia superiore rispetto a quella degli scribi e dei farisei. Una giustizia animata dall’amore, dalla carità, dalla misericordia”. Che seguono quanto detto lo scorso novembre in un’intervista a Stefania Falasca sull’accusa di svendere la dottrina: “Non ci perdo il sonno”
Veniamo ai problemi dell’Ordine di Malta, relativi al rifiuto da parte del Gran Maestro, Matthew Festing, perché “sono questioni interne”, di accettare una commissione voluta dal papa sulla destituzione del Gran Cancelliere Albrecht Freiherr, motivata con “dissensi politici”. Vale la pena osservare che nel passato per l’appartenenza all’Ordine erano richiesti titoli nobiliari, oggi sostituiti con nobiltà di spirito e di comportamento. E certamente, in tale consesso, le idee ed i comportamenti di papa Bergoglio saranno considerati troppo plebei e troppo progressisti. Contrariamente a quanto ipotizzato da alcuni, sembrano però da escludere, nell’intervento della chiesa affidato a mons. Giovanni Angelo Becciu, motivi legati al card. Burke, Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta e noto conservatore.
E veniamo all’invio del vescovo polacco Henrik Hoser a Medjugorie, a disciplinare i rapporti tra l’episcopato competente per territorio e l’ordine religioso del santuario (sono francescani). Questa è la motivazione vera, e l’intervento non riguarda il problema delle presunte apparizioni della Madonna nel 1981 a 6 ragazzi, oggi ormai più che quarantenni. Su di esso era stata più volte indicata la prossima scadenza della decisione ecclesiastica (anche dallo stesso papa), che peraltro è ancora da arrivare. Sui due problemi il papa è intervenuto nella citata intervista per il numero 4000.
Quanto ai rapporti sul territorio, il pontefice ha detto che “è importante che i religiosi si sentano appieno dentro la Chiesa diocesana”. E più oltre, che “I religiosi debbono stare nelle strutture di governo della diocesi. Da isolati non ci si aiuta. In questo si deve crescere tanto. E così anche il vescovo è aiutato a non cadere nella tentazione di diventare un po’ principe “…
E sulle apparizioni, ancora una volta, la scadenza non arriva. Le opposizioni a conclusioni già espresse in una commissione voluta da Benedetto XVI° e sempre ribadite sono evidentemente ancora fortissime e non si hanno decisioni definitive. Anche se nell’intervista Bergoglio, parlando delle tre prossime giornate mondiali mariane, si è espresso con: “Ma la Madonna vera! Non la Madonna capo di un ufficio postale che ogni giorno manda una lettera diversa, dicendo: figli miei, fate questo e poi il giorno dopo fate quest’altro. No, non questa. La Madonna vera è quella che genera Gesù nel nostro cuore, che è Madre. Questa moda della Madonna superstar, come una protagonista che mette se stessa al centro, non è cattolica.”
C’è infine il falso “Osservatore Romano”.
Un falso d’autore, con titolo, sottotitoli, impaginazione, caratteri di stampa, tutti perfettamente uguali al giornale vero. Una sola pagina, con un linguaggio curiale, un lessico studiato ad arte per indurre all’errore.
Con il contenuto che è tutto uno studio per mettere in ridicolo il pontefice, in particolare con attribuzioni di quello che potrebbe succedere se fosse libero di continuare nella sua azione. L’informazione preventiva a Scalfari, la direzione del giornale ad una donna, a Lucetta Scaraffia.
E soprattutto, lo sberleffo nella costruzione delle risposte papali (l’articolo principale ha titolo: “Ha risposto!”) alle domande che sono i 5 “dubia” che i cardinali Brandmuller, Burke, Caffarra e Meisner hanno dato alle stampe qualche mese orsono. Risposte costruite con sapiente dosaggio di cose effettivamente dette dal papa ed interpolazioni inserite per dare evidenza alle domande e palese insufficienza alle risposte.
Non c’è dubbio, questo falso è stato partorito in curia. E non da sprovveduti, ma da menti sottili, quasi un guanto di sfida.
E sono ancora più confermate le considerazioni del pontefice, che la vera riforma della curia non è un adeguamento delle strutture, ma una conversione delle persone.
Un uomo eccezionale, veramente, papa Francesco. Gli è stato chiesto: “La sua missione nella Chiesa non è facile. Malgrado le sfide, le tensioni, le opposizioni , Lei ci offre la testimonianza di un uomo sereno, di un uomo di pace. Qual è la sorgente della sua serenità ?” ..
E la risposta è stata semplice, è stata quella di chi sa di dover svolgere un compito:
“Ho avuto un’esperienza molto particolare di pace profonda dal momento che sono stato eletto. E non mi lascia più. Vivo in pace. Non so spiegare.”
di Carlo Faloci