Viva il Natale: quando il decoro urbano vince sulla carità
Ha suscitato grande scalpore la notizia delle sanzioni imposte ai senzatetto del comune di Como, misura adottata dal sindaco di centrodestra, Mario Landriscina (FI), intenzionato a difendere nel periodo delle festività natalizie il decoro cittadino. Le multe oscillano dai 50 ai 300 euro e hanno come obiettivo “la tutela della vivibilità e il decoro del centro urbano” spesso affollato – si legge nell’ordinanza – da “soggetti ubriachi, che espletano i loro bisogni ovunque” e soprattutto “sono dediti all’accattonaggio”. L’ordinanza è stata emessa il 15 dicembre scorso e sarà valida per i 45 giorni successivi. Un gesto di coerenza quello di Landriscina che già in campagna elettorale aveva promesso di “fare pulizia”.
Non è stato più possibile contenere la bolla mediatica quando delle associazioni, che offrono aiuto da anni ai numerosi senzatetto della zona, hanno denunciato l’impedimento di servire la tradizionale colazione alle molte persone che affollano i portici di una chiesa sconsacrata in centro città. La polizia locale, in osservanza dell’ordinanza comunale, glielo avrebbe impedito. “Ci hanno detto che sarà possibile tornare ad aiutare queste persone solo dopo il 10 gennaio”.
A questo punto persino Landriscina ha sentito il bisogno di intervenire: “Non ci sto a passare per il sindaco cattivo d’Italia – ha dichiarato in una conferenza stampa organizzata per l’occasione – Tra i vigili e i volontari c’è stata un’incomprensione: la polizia locale, vista l’ordinanza vigente, ha semplicemente invitato le associazioni ad intervenire altrove”.
Insomma la logica è quella di nascondere la polvere sotto il tappeto: in questo periodo in cui i turisti affollano le strade, i negozi fatturano il triplo degli altri mesi e tutto deve essere luci e nastrini, i senzatetto devono essere allontanati perché rovinano il paesaggio. Chiuse le decorazioni negli scatoloni e finite le feste di Natale i più poveri potranno tornare a mendicare in centro città. Se “l’accattonaggio” dei clochard rappresentasse davvero un problema la questione si presenterebbe in qualsiasi periodo dell’anno e non solo a dicembre. Ciò che è veramente a rischio non è il decoro urbano, ma la dignità umana.
Il refettorio di Milano anche quest’anno ha ospitato 5.000 persone, per cui hanno cucinato cuochi gialli, rossi e neri e persone che non troppi anni prima si trovavano esattamente nelle stesse condizioni di estrema povertà. L’Opera di San Francesco, sempre nel capoluogo lombardo, ha accolto 1.300 persone, tra cui “la maggior parte sono italiani”.
Nella chiesa di S. Maria in Trastevere la Comunità di S. Egidio ha aperto le porte, come ogni anno, a moltissimi bisognosi. A tavola c’era anche la sindaca, Virginia Raggi. In altri 55 siti, solo nella Capitale, erano stati allestiti pranzi di beneficenza. A livello nazionale sono state coinvolte ben 100 città, per un totale di 60 mila pasti serviti a chi non ha più nulla. Ogni anno i commensali aumentano sempre più e in totale sono 80 i paesi del mondo coinvolti in attività di sostegno, gastronomico ma soprattutto morale.
di Irene Tinero