Per chi suona la campanella

A volte ritornano era il febbraio 2011 quando il Sindaco (Leghista) di Fossalta di Piave (Venezia) negava la mensa scolastica ad una bimba immigrata. Racconto la storia come se fosse attuale in quanto a distanza di anni quel comportamento, purtroppo, ancora si ripete.

“Niente mensa scolastica per una piccola immigrata. Non gli è consentita nemmeno la solidarietà delle maestre e delle bidelle.  

Che mondo è se una bambina non può permettersi la mensa scolastica, e nemmeno i buoni pasti che le vengono donati? Forse è un mondo alla deriva. Questo è quello che è successo: una bambina di quattro anni, figlia di immigrati, non può permettersi la retta per la mensa scolastica. Le maestre e le bidelle, con un gesto di solidarietà, hanno donato i loro buoni pasto, affinché la bimba mangiasse. Ci voleva però lo zelo di un Sindaco, non conta di che colore politico, un Sindaco deve rappresentare una collettività, non può sottrarsi a questo obbligo, questo Sindaco invece a proibito questo gesto umano. Il Sindaco di Fossalta di Piave (Venezia) che con un secco no ha vietato a quattro maestre e due bidelle di donare i loro buoni pasto. La famiglia della bimba è una famiglia di immigrati in difficoltà. Padre del Senegal e madre del Ciad. Vivono in Italia da alcuni anni.

La piccola ha altri quattro fratelli. La mamma non parla italiano. Il padre è partito per il Belgio in cerca di lavoro e le condizioni economiche sono peggiorate. Questo ha portato le maestre e le bidelle a prendere carta e penna e ufficializzare le loro intenzioni. Hanno scritto alla loro Direttrice. Il Sindaco, ha puntualizzato che alla famiglia già è stata dimezzata la retta, puntualizzando che sono islamici (che bisogno c’era di sottolinearlo), e di non aver potuto far diversamente. Lui, il Sindaco, non poteva le maestre e le bidelle invece sì. Forse chi rappresenta i cittadini ha una visione distorta della realtà da cui invece tutti i giorni vive i drammi famigliari di chi, immigrato, non riesce a sopravvivere pur mantenendo la dignità di mandare i figli a scuola. Questo atto provoca una tristezza nell’animo di quelle persone che vedono il mondo come l’insieme delle razze e delle religioni. E proprio la religione, quella cristiana, insegna di dar da mangiare agli affamati. Questo almeno il Sindaco poteva osservarlo. Attorno a questa famiglia di immigrati si è stretta comunque una rete di solidarietà. Persone rimaste anonime hanno pagato di tasca propria blocchetti di buoni pasto per far mangiare la piccola, mentre la famiglia è ospitata a titolo gratuito nell’abitazione di un ex assessore comunale, non conta di che colore politico sia, l’importante è che l’abbia fatto”.

Questo accadeva a febbraio 2011.

Fatti del genere sono sempre più frequenti nelle scuole italiane, dove l’integrazione ancora soffre nel realizzarsi. Dove avviene lo si deve al personale scolastico che riesce a trovare i punti di contatto tra le diversità che ormai ci sono nelle scuole italiane. Maestre e bidelle d’Italia che sono capaci più dei politici e degli amministratori. Fino a quando resisterà ancora il sentimento di solidarietà e fino a quando la scuola non sarà diventata solo per i ricchi, bambine, come la piccola di Fossalta di Piave, troveranno ancora un pasto caldo da consumare tra i banchi insieme agli altri bambini, fino al suono della campanella, questa si uguale per tutti.

di Fabio Scatolini