Il freddo del clima e il freddo del cuore: la storia di Massimiliano il senzatetto
Quella di Massimiliano è una storia come tante. E’ la storia di un senzatetto di Milano che nella notte tra lunedì e martedì scorsi è morto di freddo, per strada, in un viale di Milano a due passi dalla Stazione centrale. Il gelo di questi giorni non gli ha lasciato scampo. Lui come tanti, e come ogni giorno, all’approssimarsi del buio si è riparato sotto strati e strati di coperte, sdraiato per terra in una delle tante piazzole che spesso i clochard si litigano a suon di pugni. Per questo preferiscono non abbandonarle anche quando la Croce Rossa, la Caritas o altre associazioni di volontariato gli offrono ricoveri momentanei per una o due notti al caldo di qualche struttura da esse gestite. Anche quando restano aperte le stazioni della metropolitana perchè i senzatetto vadano a dormirci dentro, loro, gli “irriducibili”, restano lì, imperterriti, attaccati con le unghie e con i denti alla loro postazione, che se ceduta non la si recupera più. Probabilmente per questo Massimiliano, 47 anni, non ha voluto andare a dormire nel centro gestito dal Comune dove almeno per quella notte ci sarebbe stato posto anche per lui. Ma forse il motivo era anche l’orgoglio. Perchè Massimiliano non era uno stupido.
I suoi compagni lo chiamavano “Max lo chef”, perchè prima di diventare un senzatetto faceva lo chef in un ristorante stellato del capoluogo lombardo. Aveva famiglia ma aveva avuto problemi nel matrimonio e aveva iniziato a deprimersi e a bere. Con la perdita del lavoro era iniziata anche la sua vita di strada. Che si è interrotta la notte dell’arrivo di Burian, il vento della Siberia. L’hanno trovato morto di arresto cardiaco, dovuto a quella temperatura così bassa che il suo cuore evidentemente non ha retto. Una storia come tante, una vita come tante, schiacciata dalla morsa tra il freddo del clima e il freddo nel cuore.
di Valerio Di Marco