Bere per dimenticare: mito o verità?

“In vino veritas” dicevano i latini alludendo agli effetti rilassanti e disinibitori dell’alcol, quelli che, per intenderci, ci rendono più socievoli e facili a lasciarci andare… Vero forse solo fino al secondo bicchiere, dal terzo in poi, che lo si voglia o no, si beve anche per dimenticare.

Nonostante domini la convinzione popolare che l’alcol sia un buon alleato per dimenticare, è l’ora di sfatare completamente questo mito. Bere per dimenticare è un’idea pessima e inutile. Bere per dimenticare. Un detto antichissimo che, però, non avrebbe  alcun fondamento scientifico. Bere costantemente per dimenticare non serve a nulla. Questa droga non aiuta a dimenticare le esperienze negative, ma, come conferma la scienza, le incide ancora di più nella memoria.

All’inizio avvertiamo rilassatezza, allegria, euforia e disinibizione. In seguito, a mano a mano che passa il tempo e a seconda della quantità e del momento in cui abbiamo assunto la sostanza, possono sopraggiungere altri effetti: vista offuscata, vertigini e problemi di coordinazione.

Sfatiamo una volta per tutte il luogo comune che sia utile bere per dimenticare. Bere non aiuta a dimenticare, anzi, rende il dolore di un dispiacere ancora più pesante da sopportare. Si dice spesso che una delle ragioni per bere e ubriacarsi è per dimenticare. Quando si ha un dolore, una delusione, brutti ricordi o pensieri negativi una persona può cercare l’alcol per spegnere questi pensieri, per affogare ricordi, sentimenti ed emozioni, per aggirare il dolore. Questa funzione dell’alcol può prendere però una piega inaspettata, che poi diventa il meccanismo dominante: si inizia a bere per dimenticare, si continua poi in altre occasioni per non dimenticare. Bere per dimenticare, bere per non dimenticare.

L’alcolismo è una malattia radicata, progressiva, e spesso mortale. Le devastazioni che l’alcol può produrre possono essere gravi. Il consumo di alcol nell’età adolescenziale rappresenta un problema sociale in quasi tutti i paesi. L’alcol è una droga e infatti è la droga più usata dagli adolescenti.

Perché i giovani consumano alcol? Possono esserci molteplici cause: per sentirsi bene, per far parte del gruppo, per dimenticare i problemi della vita, per sfuggire alla realtà, per il piacere di ubriacarsi.

Le persone che hanno vissuto una storia familiare di alcolismo, hanno maggiori probabilità di iniziare a bere e diventare alcolisti. Chi comincia a bere in età adolescenziale è più a rischio di sviluppare una dipendenza da alcol. Il problema alcol è causa di sempre maggiori danni. Molti giovani finiscono per distruggere la propria vita a causa dei suoi effetti. Una realtà terribile: persone le cui vite sono state rovinate dalla dipendenza da alcol.

Sonia, una vita non felicissima. Il marito non ha mai voluto che lei lavorasse per stare a casa e seguire i figli. Ora lui l’ha lasciata, i figli cresciuti si sono fatti una posizione e vivono per conto loro. A lei, senza alcun conforto, non resta che la bottiglia. La bottiglia di vino che tiene accanto alla TV o sul comodino. Per ora la rilassa e le favorisce il sonno ma temo…

L’abbandono della persona amata costituisce una delle prove più dure della vita ma molte persone ce l’hanno fatta. Non è impossibile. La sofferenza di un abbandono, come la solitudine non si affrontano tenendosi accanto una bottiglia di vino. Tale dipendenza non può che portare all’autodistruzione fisica e psicologica. Fuggire dal dolore è comprensibile e umano ma, purtroppo, tutte le strade risultano prima o poi sbarrate e le conseguenze gravissime. Non sarà quella bottiglia ad aiutarla. Non sarà quella bottiglia a cancellare tutto. Non sarà quel vino a farla ritornare indietro e non le farà tornare il marito. Le farà dimenticare sì, forse per quei minuti, per quelle orette da sverso, la farà ridere, ma dopo la malinconia e i ricordi rifaranno capolinea in lei. E cosa ha guadagnato? Tutto si risolve ma non aggrappandosi all’alcol, non serve. Non migliora un bel niente.

Cristina, schiava dell’alcol, ha cominciato a bere attorno ai 16 anni. Lo faceva per divertirsi e per superare la timidezza. Gli amici la prendevano in giro se non beveva. Ha ceduto perché era più facile far parte della compagnia. Ha fatto in fretta ad innamorarsi di quella sostanza che le toglieva temporaneamente il malumore fino a diventare dipendente. Beveva in modo smodato fino all’intossicazione episodica ricorrente. Non studiava. Inizialmente l’alcol la faceva sentire meglio, la disinibiva e alleviava momentaneamente il malessere esistenziale, che però ritornava il giorno dopo più forte di prima. Era schiava dell’alcol, non  riusciva più a limitarsi nel bere. Beveva fino a quando non perdeva i sensi, poi si svegliava, magari vomitava e ricominciava subito a bere. Ogni volta suo padre e sua madre speravano fosse l’ultima ma non lo era mai.

La sua vita avrebbe potuto essere salvata se solo avesse mollato quella bottiglia maledetta. Non migliora un bel niente! Anzi è diventata dipendente di un eccitante pari a qualsiasi altra droga: l’alcol! Chi ne fa uso per dimenticare, chi per socializzare. Ma siamo così deboli e privi di fantasia da dover ricorrere a sostanze che ci alterino la coscienza per socializzare o affrontare i problemi? Credo sia molto triste questo. Credo sia grave.

Ben era dipendente da quando aveva 20 anni. All’inizio la bottiglia era stata una piacevole compagna di viaggio. Beveva con gli amici. L’alcol lo aiutava a risultare più brillante in società e con le donne. Poi l’alcol è diventato il rifugio dove nascondeva i suoi problemi. Bere lo aiutava. E quando la bottiglia ha cominciato a dominarlo, è diventato un alcolista. Non riusciva a smettere, un bicchiere tira l’altro, e così avanti. Una dipendenza che lo stava distruggendo. Era intrappolato nella morsa del bere. Molte delle sue preoccupazioni principali riguardavano il bere, tutto il resto veniva in secondo piano. La vita era diventata insostenibile. Era violento e fuori controllo. Quando non beveva provava un senso di panico e tremava, cominciava a sudare. Stava per uccidersi con tutto quello che beveva.

Non importa quanto e cosa bevi, ma quello che ti succede quando hai bevuto. L’alcol non fa eccezione, mina il fegato, distrugge i neuroni e ti espone a comportamenti di cui doverti vergognare la mattina dopo.

Vivere senza alcol significa rimettere a posto la propria vita, e questa è la cosa più difficile. Bere è come una stampella a cui ci si aggrappa, a cui bisogna imparare a sostituire i veri valori spirituali, morali, comportamentali.

Bere per dimenticare non è la soluzione. Non aiuta a risolvere i problemi. Non dà la forza né il coraggio per affrontare la vita. Tutto il contrario. Rifugiandoci  nell’alcol prolunghiamo solo la sofferenza. E non solo la nostra, ma anche quella delle persone che ci circondano.

di Maria De Laurentiis

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