Nikolaj Roerich, il pittore alpinista.

Roerich, Nikolaj Konstantinovič passerà alla storia come pittore, poeta, archeologo, antropologo, diplomatico, scenografo e costumista russo. Un personaggio dai connotati geniali, vissuto a cavallo tra il secolo Ottocento e Novecento, che incarna nella sua produzione sterminata di opere (si annoverano oltre settemila dipinti e milleduecento testi e articoli) il culto del sacro, dell’occulto, dell’onirico, della trascendenza, della bellezza e della sua perpetuazione e conservazione, quest’ultima unico mezzo in possesso dell’umanità per salvare se stessa:

“Solo il ponte della bellezza sarà abbastanza forte da permettere il passaggio dalla riva dell’oscurità a quella della luce”.

A far da collante concettuale a tutto questo, forse non a caso, la catena Himalayana, che Roerich ha girato in lungo e in largo abitando per molti anni i territori del Nepal e dell’India. Innumerevoli i dipinti che ritraggono le vette più alte del pianeta, da molteplici angolazioni e con colori che rappresentano davvero ogni singola ora del giorno e delle stagioni. Potremmo mettere in fila le oltre 500 opere raffiguranti paesaggi Himalayani e generare un effetto time-lapse.

La montagna è dunque per lui una musa imprescindibile attraverso la quale l’artista diviene creatore di energie, più che di forme, svelandone il loro significato più profondo, manifestazione delle Leggi Universali, una chiave di sintesi che porta alla vera conoscenza di sé in quanto Anima, Essere Spirituale, espressione di Luce, Amore, Bellezza e Armonia.

L’uomo e il pianeta – e la montagna aggiungo io – sono due manifestazioni di una medesima realtà onnicomprensiva.  Non sussiste più un’entità esteriore da sfruttare, da usare e abusare a proprio vantaggio, piuttosto va creata con essa una profonda e proficua co-operazione alchemica, una penetrazione sul piano sottile attraverso una simbiosi profonda e archetipale: il fine non è imparare a vivere nel reale ma colreale.”

L’arte di Nicholas Roerich appare dunque straordinaria, dotata, come la montagna d’altronde, dell’intrinsceca capacità di elevare chi la contempla e chi la crea, o chi la vive.

Roerich, la sua visione della Natura e dell’uomo che la abita, il suo amore per la bellezza, la sua abilità nell’imprimere su tela le manifestazioni energetiche del mondo fisico e metafisico, non possono che rappresentare per noi Wild Mountain Reporters un fiabesco punto di riferimento.

di Riccardo Battista