Dalla Val D’Aosta al movimento di Greta

Planpincieux è un ghiacciaio della Val D’Aosta del quale, negli ultimi giorni, si è tanto parlato. Un cambiamento sta avvenendo e, al momento,  questa zona è sottoposta a delle verifiche, per controllare l’evoluzione degli spostamenti rilevati, al momento pari a 30/40 centimetri al giorno. Non è possibile al momento stabilire se questo ghiacciaio rischia effettivamente di crollare e cosa questo possa comportare per la zona sottostante.

Potrebbe trattarsi di un altro segno di questi tempi o di una normale evoluzione?

Il nostro pianeta sta subendo dei cambiamenti sempre più rapidi e si è accesa, negli ultimi mesi, la diatriba tra coloro i quali sostengono che, nei millenni trascorsi, si sono già avuti dei periodi simili a quelli che stiamo vivendo e coloro i quali, invece, sostengono che la Terra stia soffrendo per l’inquinamento prodotto dalle diverse attività poste in essere dall’uomo.

Il movimento di attenzione al cambiamento climatico, creato da Greta Thunberg, oltre che interessare sembra infastidire molti. Si analizza ogni singola parola detta dalla giovane attivista. Ogni singola parola. E’ come se si volesse continuamente sottolinearne errori ed esagerazioni.  C’è quasi un impegno a voler negare il valore di quanto la piccola Greta sta facendo, insultandola, sminuendola.

Non se ne comprende la ragione visto che, in ogni caso, coinvolgere le fasce più giovani della popolazione, a livello mondiale, in una consapevolezza diversa del proprio potere di intervento sul pianeta, per una riduzione dell’inquinamento, non può che essere un elemento di nuova positività.

Il fatto che poi sia cresciuta, in modo esponenziale,  l’attenzione sul movimento di Greta ha anche questo ha una sua utilità. Una grande utilità. Perché parlare di cambiamento climatico, far comprendere alla popolazione mondiale , soprattutto alle fasce più giovani, che è necessario correggere i propri comportamenti per vivere in sintonia con il pianeta, per un futuro migliore, per non essere travolti e sommersi dalla nostra stessa immondizia, ha un valore inestimabile.

Contrastare Greta per rassicurare il pianeta, per dire che, in fondo, non sta accadendo nulla di grave, che non è da ultimatum la fase che stiamo vivendo, che tutto rientra in un normale ciclo, senza proporre modelli virtuosi e compatibili con l’ambiente non sembra né educativo né produttivo di un importante cambiamento che deve invece intervenire nei comportamenti.

Se poi questo dovesse portare a una nuova forma industriale, ecologicamente compatibile, a un progresso considerato anche sotto l’aspetto dell’impatto ambientale … quale sarebbe il problema?

Greta Thunberg è una rivoluzione che ha un’eco  di cui va colta e sfruttata l’onda di interesse e coinvolgimento che ha creato,  imparando a vivere con un occhio al futuro. Ne saremo capaci?

di Patrizia Vindigni

Print Friendly, PDF & Email