Violenza contro le donne, l’anno scorso 106 femminicidi: “Fenomeno trasversale”
Lo scorso anno ben 106 femminicidi, un numero che è il risultato della mappatura online coordinata dalla Casa delle Donne di Bologna e basata sui casi di cronaca apparsi sulla stampa. Numeri visibilmente in crescita senza contare la parte di sommerso. Questa prima piattaforma digitale italiana punta a restituire dignità alla memoria delle donne assassinate con schede narrative e ritratti.
Un luogo, un nome, un volto disegnato: quello delle 106 donne uccise in quanto tali, nel nostro Paese nel 2021. E’ l’Atlante dei femminicidi in Italia, una mappatura online dei casi di cronaca apparsi sulla stampa l’anno scorso, presentato nella Sala Tassinari di Palazzo D’Accursio a Bologna. Il progetto – finanziato della Regione Emilia-Romagna, cofinanziato dal Comune di Bologna e realizzato dallo Studio Atlantis sui dati raccolti dalla Casa delle donne per non subire violenza di Bologna – insiste sulla necessità, tante volte richiamata e inclusa nella Convenzione di Istanbul, di raccogliere e rendere pubblici numeri e informazioni sui casi di violenza, per facilitare la loro analisi e l’elaborazione di strategie di prevenzione.
Essendo la stampa la fonte dei dati, esiste ovviamente una certa percentuale di sommerso come donne migranti, trans, sex-workers, vittime di tratta e sfruttamento, donne anziane o malate. Una cosa va sottolineata: la violenza contro le donne è trasversale e colpisce tutte, senza distinzioni di appartenenza sociale. La maggior parte dei femminicidi di cui si è fatta la mappatura sui media sono stati commessi da un familiare e nel 50% dei casi si è trattato di un partner.
L’Atlante dei femminicidi in Italia ha dato una rappresentazione geografica ai decessi sulla stampa nel 2021. Il risultato è la prima piattaforma digitale italiana, su base cartografica, finalizzata ad approfondire la conoscenza, l’analisi e la comunicazione di questo fenomeno nel nostro Paese, uno strumento in più per cercare, nello stesso tempo, di sensibilizzare anche l’opinione pubblica su questa tematica.
Attraverso questo strumento è possibile eseguire ricerche in base a più parametri, tra cui la relazione con l’assassino, le violenze pregresse, le denunce presentate, l’età e la provenienza di vittima e aggressore, la “causa scatenante” anche se c’è contezza che in tutti i casi analizzati, il vero e più profondo movente è la condizione stessa di essere donna.
Un altro punto di forza di questo innovativo progetto, è stata la scelta di rappresentare le donne uccise attraverso un’illustrazione frutto di una call for artists, in cui gli illustratori hanno collaborato e donato le loro opere a titolo gratuito.
E poi c’è la volontà di raccontare e contestualizzare le storie di violenza in un modo il più possibile rispettoso, per restituire dignità alla memoria delle donne assassinate, per farle rivivere nella consapevolezza della collettività, per stimolare riflessioni sull’opinione pubblica e sempre a tal fine è stata dedicata grande attenzione al linguaggio.
Dunque ritratti e parole ad accompagnare per l’ultima volta, in modo soft, quel percorso di violenze subite, di soprusi e sopraffazioni, di umiliazioni e dolore. Abusi spesso inutilmente denunciati tutti finiti brutalmente con l’uccisione di queste donne.
Che i loro ritratti e le parole abilmente scelte, possano essere una lieve carezza sul ricordo delle loro vite spesso subite e mai vissute.
Stefania Lastoria