Condonare debiti, accogliere profughi, no alle armi

Azzerare il debito delle nazioni povere, eliminare la pena di morte, destinare le risorse spese in armi per costruire ospedali e scuole, accogliere i migranti, profughi e richiedenti asilo, essere cristiani nelle azioni quotidiane, sentirsi prossimo del prossimo. Questo in sintesi l’appello lanciato da Papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale della Pace di gennaio 2025.

Le parole del Papa sono rivolte al mondo e dedicato a “chi si sente prostrato dalla propria condizione esistenziale, condannato dai propri errori, schiacciato dal giudizio altrui e non riesce a scorgere più alcune prospettiva per la propria vita”. A gennaio la Giornata Mondiale della Pace assume un significato profondo anche perché inizia il Giubileo. Il tema è: rimetti a noi i nostri debiti, concedimi la tua pace”. Parole che vogliono infondere speranza alla umanità calpestata, derisa, violentata, respinta e abbandonata. La speranza nasce dentro di noi per essere condivisa con il prossimo che soffre le devastazioni delle guerre, le condanne a morte, le violenze sulle donne, le morti sul lavoro, i naufragi dove muoiono migliaia di persone tra cui tantissimi bambini.

Il debito dei paesi poveri è una condanna perpetua alla povertà, senza possibilità di nessuna crescita. Azzerare il debito significa, dice Papa Francesco, dare speranza di dare un significato alla vita. Significa poter costruire scuole e ospedali, forni per il pane e dare garanzie a interi popoli. “Pensare a una consistente riduzione, se non al totale condono, del debito internazionale, che pesa sul destino di molte nazioni…senza tralasciare un impegno fermo a promuovere il rispetto della dignità della vita umana…” le parole del pontefice sono nette e chiare, per questo spesso rimangono inascoltate dai poteri economici-finanziari e dal sistema bancario che gestisce la totalità del debito globale.

Un altro argomento sul quale il Papa si è soffermato con forza consiste nel destinare “almeno una percentuale fissa di denaro impiegato negli armamenti per la costituzione di un Fondo Mondiale che elimini definitivamente la fame e faciliti nei Paesi più poveri attività educative e volte a promuovere lo sviluppo sostenibile, contrastando il cambiamento climatico”.

Questa è la strada per la pace, superando divisioni e esclusioni, costruendo un mondo solidale, sociale, condiviso, con al centro i valori del rispetto, della giustizia e della fratellanza. La pace nasce sostituendo l’avidità umana con la pratica dello spezzare il pane per condividere gioia e dolore in un mondo dove ognuno possa soddisfare i propri bisogni nel rispetto della dignità umana.

Claudio Caldarelli