L’amore è un atto politico, il coro è un atto d’amore.
L’amore è un atto politico. Il coro è un atto d’amore. Un atto d’amore che infonde l’arte di ascoltare il cuore, usando solo la voce. Non una voce qualunque, ma la voce dell’anima in tutte le sue tonalità. Canzoni contro la paura, più forti del dolore, ci avvolgono e ci fanno volare sui sentieri dell’Eden.
All’Altrove, Teatro Studio, di Roma, “Le mani avanti” in concerto, circa 30 corist* dirette da Gabriele D’Angelo, più di un direttore di coro, un vero maestro concertatore. Instancabile, elastico, delicato, energetico, dolce, riesce con eleganza e garbo a gestire la voce bellissima delle coriste, in tutte le sue infinite sfumature. Ritmo, armonia, sussurro, vibrato, arpeggiato, nei canti di Natale, una polifonia natalizia che supera il Natale per immergersi negli spirituals e nel gospel, rivisitato in modo eccellente. Testi immersi nella attualità che fanno dire che la loro natura è resistenza e insieme si è più forti del dolore. Un messaggio forte, intenso, sociale, che non dimentica le migliaia di persone morte di AIDS nei sobborghi di New York. Un repertorio semplice ma complesso, Gabriele D’Angelo non lascia nulla al caso, ma l’improvvisazione è parte del concerto. Avvicina il pubblico al messaggio dello stare insieme, di accoglierci, di sentirci sorelle e fratelli tutti. Il coro non è una somma di persone che cantano. Il coro delle “Mani avanti” è il respiro all’unisono dell’anima di ciascun* delle componenti. È un unico battito di cuore suddiviso, ma unitario, talmente forte da fondersi con il battito del pubblico, fino a divenire un unico grande, esplosivo battito. Questo il miracolo nella sala dell’Atrove Teatro Studio di Roma, dove l’amore, un atto politico, viene trasmesso, dall’armonia per farci emozionare. Così il cantare delle Mani Avanti, non solo supera l’importante momento di aggregazione, ma lo evolve in un unico grande abbraccio, generosamente donato, a loro stessi e soprattutto condiviso con il pubblico, creando una fortissima empatia tra chi dirige, chi canta e chi ascolta, con il solo strumento della voce.
Claudio Caldarelli