Il sogno ci rende umani

Il sogno di una bambina ci rende umani, nella consapevolezza che siamo tutti “sorelli”, figli di un unico immenso universo. Ma lo neghiamo a noi stessi e al mondo, dove prevale l’avidità e l’egoismo che uccide l’amore. Oriente e Occidente che danzano sulle punte, insieme, in un grande abbraccio universale, è la speranza che qualcosa può cambiare. Al teatro Quirino di Roma, il Roma City Ballet Company diretto da Luciano Cannito, che ne cura anche la coreografia, va in scena Lo Schiaccianoci, tra gli applausi continui di un pubblico attento e miracolato. Si, il miracolo di Natale lo compie Cannito, facendoci tornare bambini con la voglia di sognare un mondo dove l’amore e la solidarietà siano un valore universale. Un piccolo gesto, una bambina che regala un dono ad un mendicante, scansato da tutti, troppo presi nella loro realtà abbrutita da una vita senza speranza. I poveri, resi invisibili dalla indifferenza di una umanità che crede di vivere ma è già morta, da tanto tempo. Nessuno sogna più un mondo di fiabe, dove un semplice giocattolo di legno si trasforma in principe, con la forza dell’amore per il prossimo. Amare è sognare. Sognare è amare. Sognare è danzare sulle musiche di Čajkoskij, così è l’amore che ci  emoziona facendoci sentire parte e dentro, un balletto basato sulla versione originale di Petipa. Trentadue ballerine e ballerini che si avvalgono della presenza di artisti internazionali Lana Salenko e Dinu Tamazlacaru, primi ballerini dell’Opera di Berlino.

Luciano Cannito riesce a sincronizzare alla perfezione, un corpo di ballo eccellente, senza sbavature. Tutto gira all’unisono, dai cambi di scena ai cambi di costumi, bellissimi e talmente raffinati che viene voglia di indossarli, per entrare nel sogno e non volerne più uscire. La magia di Natale, come per incanto, entra nel cuore di ognuno, ci commuove, ci fa applaudire, ci fa sentire inutili e sbagliati, ma nel contempo ci infonde la voglia di riprenderci ciò che ci appartiene: il sogno della vita. Un colpo da maestro dove non solo l’incantesimo, ma la forza di cambiare la realtà, ci fa uscire dagli incubi quotidiani, delle nostre paure e dei nostri incubi, travestiti da topi. Cannito con le sue coreografie, ci infonde il coraggio di ribellarci e combattere il re dei topi, che è il re peggiore nascosto dentro ognuno. Un sogno universale che può essere reale se riusciamo a ballare insieme e sentirci “sorelli” in un mondo che vuole dividerci con la guerra e la fame. Un sogno ad occhi aperti, in grado di essere reale, se apriamo il cuore all’amore in grado di trasformare uno schiaccianoci di legno, in principe che uccide le nostre paure, per farci sentire di nuovo il battito del cuore, ogni volta che sentiamo una nota musicale o vediamo un passo di danza.

Lo Schiaccianoci di Luciano Cannito è una lezione di vita, e di purezza infantile, talmente raffinata e garbata da superare la perfezione, donata al pubblico con generosità, per trasportarlo in una fiaba incantevole, da cui si esce cambiati in meglio con tanta voglia di amare e sognare.

Claudio Caldarelli