Un cattivo inizio d’anno
Nulla cambia e tutto si ripete come l’anno prima. Nulla cambia per i poveri che sono ogni anno più poveri. Nulla cambia per i ricchi che sono ogni anno più ricchi. Anche questo 2025 è un cattivo inizio d’anno. Nei primi dieci giorni sono morti di freddo dieci senza fissa dimora. I morti sul lavoro nei primi giorni di questo cattivo inizio d’anno sono già undici. Negli ultimi dieci mesi del 2024 erano più di mille. Una strage quotidiana, che in tanti dicono di voler fermare, ma nessuno ferma. I morti sul lavoro sono operai e operaie che hanno bisogno di lavorare, non possono farne a meno, sanno che rischiano di morire tutti i giorni. Ma devono lavorare, rischiando la vita, per non arrivare a fine mese. Per pagare visite mediche che il sistema sanitario nazionale non gli garantisce, o quando le garantisce sono posticipate di cinque o sei mesi. Devono lavorare, rischiando la vita, per pagare il costi della scuola dei figli, sempre più alti, acquisto libri, trasporti, e tanto altro. Devono lavorare. Devono morire. Poi ci sono i lavoratori che non muoiono sul lavoro, ma muoiono per andare al lavoro, si dice in itinere, vuol dire morire nel tragitto tra casa e lavoro. Sono più di quattrocento l’anno.
Le donne pagano un prezzo altissimo sulle strade. Per mancanza di un orario flessibile in entrata e in uscita nel privato, spesso lontano da casa, sono costrette a correre perché si sobbarcano spesso anche il carico familiare, dei genitori e dei figli. Poi ci sono gli anziani che muoiono lavorando, sono più del 30% gli ultrasessantenni che ci lasciano la pelle sui luoghi di lavoro. Nel 2024 sono 157 i morti sul lavoro con più di 70 anni. L’età non aiuta a vivere, ma aiuta a morire prima quando si lavora, anche perché nessuno tutela gli anziani che ancora lavorano, avendo i riflessi rallentati dalla età. Dovrebbero essere tutelati non abbandonati a se stessi. Sono 143 gli agricoltori schiacciati dal trattore con cui stanno arando i campi, negli ultimi 17 anni sono stati circa 3000.
Poi c’è un dato che deve aiutare a riflettere: nelle aziende sindacalizzate i morti sono pochissimi. Dove c’è la tutela del diritto si muore di meno. Forse è il momento che tutte le aziende siano sindacalizzate per salvare la vita a donne e uomini che altrimenti muoiono. Il lavoro precario uccide, per mancanza di tutela, ma anche per impossibilità di rifiutarsi nello svolgere un lavoro pericoloso, pena il licenziamento. La logica del risparmio dei sub-appalti uccide. La logica della avidità uccide. Il profitto uccide, sui luoghi di lavoro, perché è considerato più importante della vita umana. Manca una cultura della sicurezza sul lavoro, che sarebbe necessario insegnare nelle scuole, costruire una coscienza etica e morale che metta la vita sopra ogni cosa. Si, anche questo 2025 è un cattivo inizio d’anno per le lavoratrici e per i lavoratori.
Claudio Caldarelli