A porte chiuse
Nike Teatro
presenta
A porte chiuse
“l’enfer, c’est les autres”
DI JEAN PAUL SARTRE
REGIA
ALESSIA TONA
CON
CARLO FALCONETTI
ELEONORA LIPUMA
MARCO MASIELLO
MADDALENA SERRATORE
E CON ANTONIO BANDIERA, AGNESE BREDA, ANNA BUCCI, CHIARA CAPORALI,
MAURIZIO CANFORINI, FEDERICO DIANA, FEDERICA LIPUMA, ANDREA MASTROTTO, ANTONELLO ORFANO, FEDERICO ORFANO, ALESSIA TONA, SIMONETTA TRIPPINI
REGIA VIDEO
DAVIDE ALARIO
MUSICHE
LORENZO CAPELLI
MUA
MARTA SERRATORE
SCENE E COSTUMI
NIKE TEATRO
ASSISTENTE DI COMPAGNIA
AGNESE BREDA
FONICA E LUCI
MARCO BERTONI
DAL 21 AL 23 FEBBRAIO
TEATRO LO SPAZIO- ROMA
Debutta al Teatro Lo Spazio, dal 21 al 23 febbraio, A PORTE CHIUSE “l’enfer, c’est les autres” di Jean Paul Sartre con la regia di Alessia Tona.
Il dramma ha inizio con un Valletto che introduce in una stanza un uomo chiamato Garcin. La stanza non ha nulla: né finestre né specchi. Si capirà presto che è un luogo dell’inferno.
In seguito, due donne raggiungeranno Garcin: Inès e Stella. Attendono tutti il momento della tortura, ma nessun altro entra nella stanza. Pian piano i personaggi comprendono di essere lì per torturarsi a vicenda, con domande e commenti sulla loro vita precedente, sui delitti, miserie, desideri e passioni.
I personaggi sono in grado di vedere ciò che accade sulla Terra nella misura in cui ciò riguarda ancora loro, ma a mano a mano la connessione si fa più labile e le visioni scompaiono, lasciandoli da soli con loro stessi e con gli altri due. La porta però è sempre rimasta aperta ma nessuno dei tre sarà in grado di lasciare la stanza, imprigionati nella rete di rapporti che hanno creato.
Note di Regia
Il non luogo, l’inferno, diventa lo scenario di questa pièce teatrale scritta da Jean Paul Sartre nel 1944. L’interesse per questo testo è stato immediato. Sono molte le domande che mi sono posta e ci siamo posti su questi personaggi apparentemente mostri ma usati dal carnefice più grande: la società. Continuo a credere che dall’avvento dei social questa oppressione, questo voler necessariamente essere, stia diventando un male irreparabile in ognuno di noi. E allora Sartre ci porta immediatamente a riflettere sull’azione negativa che spesso agiamo o subiamo in questa relazione ossessiva con l’apparire. “A porte Chiuse” rappresenta uno spaccato feroce e graffiante che prende forma in un inferno personale da cui noi vi è via d’uscita. Non esiste remissione dei peccati per i protagonisti di quest’opera, ma solo un lento calvario che durerà per sempre. Sono Garcin, Inès e Stella i protagonisti del dramma del giudizio collettivo; in essi vittima e carnefice sono la stessa persona. Non lo siamo forse tutti? In questo gioco crudele di solitudine e oppressione riaffiorano i ricordi di ciò che è stata la loro vita ed emerge, con tutta la sua forza, l’animalità dell’essere umano capace di compiacersi del proprio brutale compiuto. La verità risuona disarmante: ogni uomo rappresenta una trappola per l’altro e per sé stesso. Un dramma attualissimo che racconta una profonda crisi esistenziale che lacera dentro, in questi anni di nuovo medioevo, non solo i protagonisti della storia ma tutti noi. È il giudizio alienante dell’altro, la voracità con cui cerchiamo l’affermazione di noi stessi negli occhi altrui che spinge a compiere atti di qualsiasi sorta. L’ uomo si aggira nel mondo con crudeltà e con estremo bisogno di comprensione, come se l’essenza umana vivesse solo nello sguardo di chi osserva. Ne abbiamo davvero bisogno? Quanto a fondo conosciamo il nostro Io? La nostra essenza, il nostro volere reale? Siamo costretti ad usare ed essere usati per compiacere. La scena è scarna, provvista solo di sedute trasparenti e due oggetti. Elementi stabili e instabili allo stesso tempo che regalano ai protagonisti una parvenza di solidità a ricordo della loro precedente vita. I racconti del passato e le visioni del presente cominciano a prendere forma con immagini sfuocate. Un assaggio di ciò che avviene in loro assenza nel mondo che tanto hanno indegnamente vissuto lacera ancora di più quel che resta di queste anime dannate. Ma è in questo luogo lontano dall’immaginazione comune che finalmente avranno modo di conoscersi realmente. Nel tormento dell’eternità saranno liberi. Ameranno soffrire e farsi del male a vicenda, aggrappati al delirio e ai ricordi, consapevoli di non poter tornare mai più indietro.
La compagnia
La Compagnia Nike Teatro si incontra e si forma all’interno del concorso teatrale
” Tradizione Teatro” presso il Teatro Vittoria Di Roma nel 2015. Durante i mesi che percorrono questo evento teatrale la compagnia inizia uno studio approfondito sul testo della Yourcenar e sulle cronache di Novi Ligure estrapolandone un frammento studio da cui, successivamente, prenderà forma lo spettacolo “Clitennestra, voi la mia coscienza io il vostro grido”. Di seguito, nel 2016, il corto teatrale si aggiudica il premio della Critica per Tradizione Teatro e la vittoria Al Teatro San Carluccio di Napoli per UT/35, nella cui rassegna viene anche conferito il premio come miglior attrice a Maddalena Serratore. Nella stagione 2016/2017 lo spettacolo integrale prende forma durante un mese di residenza teatrale. Debutta a Roma a febbraio 2017 al Teatro Furio Camillo di Roma, riscuotendo un enorme successo di pubblico. Replica poi ad agosto 2017 a Napoli per Classico Contemporaneo, a Roma nel febbraio 2018 presso il Teatro Tor Bella Monaca e nel 2019 presso il Teatro Comunale di Siracusa. Dopo un fermo di qualche anno rientra a Roma a marzo 2024 al Teatro Lo Spazio, con un nuovo allestimento dello spettacolo. Ad oggi sono in lavorazione un nuovo allestimento teatrale e una residenza artistica che prenderà forma nella primavera del 2025.
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DAL 21 AL 23 FEBBRAIO 2025
ORARI SPETTACOLO
VENERDI ORE 21:00
SABATO ORE 18:00
DOMENICA ORE 17:00
TEATRO LO SPAZIO VIA LOCRI 42/44 ROMA
Fermata metro San Giovanni
PER INFO E PRENOTAZIONI
06/77076486 Cell. 3397759351
info@teatrolospazio.it
Ufficio Stampa
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