TUTTO L’AMORE CHE SERVE

silviaLA VULNERABILITÀ DEI CAREGIVER RACCONTATA AL CINEMA

Mon inséparable è il titolo originale del film di Ann Sophie Bailly, un vero capolavoro di delicatezza e perfezione che tratta il tema della cura. La giovane regista che ha scritto e diretto questa opera così emozionante ha al suo attivo alcuni cortometraggi riguardanti le problematiche della maternità, con questo lungometraggio vuole sondare le profondità dei rapporti tra madre e figlio, le fragilità degli equilibri tra familiari con disabilità e, soprattutto rapporti tra disabili e “abili”. Mona è la protagonista, è la madre di Joel un ragazzone disabile, una specie di gigante gentile con il quale ha un rapporto gioioso, amichevole e allegro. Vive per lui e soltanto per lui e, da “ragazza madre” qual è, (probabilmente abbandonata nel momento in cui è nato il figlio con disabilità, come spesso accade) ha dovuto cancellare forzatamente ogni piccola possibilità di dedicarsi sé stessa e di trovare l’amore, di  farsi una nuova vita, riponendo invece  tutta la sua attenzione sul figlio disabile.

Una frase del film ci svela, per mezzo di un semplice rimando, la relazione tra madre e figlio nel momento che nel salotto di casa, due pappagallini in gabbia usualmente chiamati “inseparabili” cominciano a bisticciare fischiando forte come solo i pappagalli arrabbiati sanno fare. Ma tutti sanno che sono “inseparabili” e  il loro forte legame lascia intendere che, anche se litigano, comunque rimarranno legati per sempre.

La giovane regista con grande maestria esplora il mondo dei caregiver che è un oceano inesplorato, Océan è appunto il nome di una dei protagonisti che insieme a Joel frequenta un centro di formazione per l’avviamento al lavoro dedicato ai  diversamente abili. L’amore entra nelle loro vite e con l’amore anche l’arrivo di una nuova vita, che ovviamente destabilizza quell’equilibrio già precario che si raggiunge nelle famiglie con problemi di disabilità. I problemi della sessualità delle persone vulnerabili comportano grandi traumi per chi si prende cura di loro, perché ovviamente si fa fatica a comprenderli e gestirli. Chiaramente i genitori di Océan vogliono che interrompa la gravidanza perché non vedono un futuro possibile per i due neogenitori disabili. La tempesta ovviamente piomba anche nella vita di Mona e Joel, con tutte le conseguenze che si possono immaginare. Il dramma è che i due ragazzi non sempre vengono considerati come “persone”  autonome e la loro identità si perde spesso nell’idea che bisogna prendersi cura di loro senza pensare che potrebbero farcela anche da soli.

Bravissima la protagonista Laure Calamy che riesce a coinvolgerci nella sua ansia, nella sua disperazione, nella sua gioia e nella sua tristezza. Gli attori Charles Peccia Galletto e Julie Froger anche loro strepitosi, sono stati selezionati dopo una lunga ricerca nelle strutture che fanno formazione a persone con disabilità per permettergli di entrare nel mondo del lavoro. Presentato al Festival di Venezia 2024, uscirà nelle sale italiane il 19 giugno 2025. Consiglio la sua visione per assaporare e allo stesso tempo per considerare seriamente il mondo dei portatori di cura, con le difficoltà che inevitabilmente  convivono, come due inseparabili, all’interno di una famiglia con queste caratteristiche.

Silvia Amadio 

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