Uccisa attivista messicana

Rapinata e poi uccisa: perde la vita Berta Càceres
Vinse il Premio Nobel per l’ambiente “Goldman Prize”. Uccisa Berta Càceres: attivista americana. La madre ha denunciato che sua figlia “come tutti sappiamo, è stata uccisa a causa della sua lotta ecologista”
Rapinata e poi assassinata Berta Càceres, attivista messicana. Uccisa da un gruppo di uomini armati che ha fatto irruzione nella sua casa de La Esperanza, in Honduras, sparandole più volte mentre stava dormendo. Però, degli assassini della donna, attivista ambientale e leader dei movimenti indigeni, non c’è traccia. A denunciare la scomparsa è la madre, la quale sostiene che: “come tutti sappiamo, è stata uccisa a causa della sua lotta ecologista” – ha affermato durante un’intervista presso la rete televisiva TV Globo. Nel 2015 era stata insignita del riconoscimento assegnato agli ecoattivisti che si sono contraddistinti per il loro impegno. Aveva ricevuto minacce di morte da potenti proprietari terrieri locali e compagnie minerarie o energetiche. Dunque, era sotto la protezione della Commissione Interamericana dei Diritti Umani (SIU). Il capo della polizia di La Esperanza le aveva assegnato due agenti di scorta, ma di recente l’ecologista avrebbe cambiato indirizzo senza registrare la nuova residenza. Le accuse della madre non sembrano infondate, dal momento in cui sono i fatti a dare ulteriori risposte, se non certe. Berta Càceres, aveva contribuito a fondare e coordinava il Consiglio dei popoli indigeni dell’Honduras (Copinh). In quanto degna attivista, la donna nel 2015 ha vinto il Premio Nobel per l’ambiente “Goldman Prize”. Famosa per la sua lotta contro lo sfruttamento del territorio da parte di aziende minerarie e idroelettriche. Si era battuta, in particolar modo,  contro un progetto di diga sul fiume Gualcarque, nel Nord-ovest dell’Honduras, che avrebbe privato dell’acqua migliaia di indigeni della zona. Attivisti sociali e dei diritti umani hanno chiesto al governo honduregno di indagare e di identificare gli autori del delitto. Persone di questo calibro e valore sono di peso e minaccia per terroristi, camorristi, mafiosi e così via, per questo motivo raccontare il vero e scendere in campo per l’umanità diventa dannoso. Una minaccia, dunque, da far fuori. Le pagine dei giornali, ormai, sono pienissimi di vicende di questa portata, di persone innocente che per il bene del popolo rimettono la propria pelle, gente che meriterebbe non semplicemente un Premio Nobel.

di Immacolata D’Angelo

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