La Chiesa del terzo millennio sarà diversa

Carlo FalociC’erano una volta gli scismi e gli antipapi, la Riforma e la Controriforma. Ma oggi c’è qualcosa di diverso, nella Chiesa Cattolica ..

Nelle notizie su papa Francesco, si dicono tante cose.
Si parla del Giubileo, della condanna di ogni forma di guerra, di difesa dell’ambiente, di giustizia sociale, dei migranti, dei diritti dei più deboli, degli ultimi della terra, di un nuovo umanesimo.
Si parla del suo sforzo di ricuperare il ritardo di duecento anni della chiesa cattolica di cui parlò il cardinale Martini, della spinta verso l’unità di tutti i cristiani, del suo rispetto verso tutte le religioni.
Ma non si parla delle opposizioni alla sua persona, per le quali il papa legittimo è ancora Benedetto XVI° e Bergoglio è addirittura un antipapa.
Non si parla di documenti che si oppongono alle conclusioni (considerate scismatiche) del sinodo sulla famiglia e della enciclica “Amoris Laetitia”.
Uno di essi: “ferma fedeltà a un magistero immutabile” riferito all’insegnamento della Chiesa, negli anni passati, sulla famiglia e sulla morale, è firmato da 80 sedicenti personalità cattoliche, tra le quali marchesi e nobiltà diverse.
Ma anche da tre cardinali, tra cui lo statunitense Raymond Leo Burke. Che in un’intervista, alla strana domanda: “come pensa di mettere il papa sul retto cammino”? ha testualmente risposto: “resisterò”.

Le resistenze, in effetti, si stanno manifestando in più campi. Come ad esempio per la annunciata riforma della Curia.
Nei giorni scorsi, a metà settembre, si è svolta la XVI° riunione della Commissione dei Cardinali per la riforma della Curia. In essa è stata annunciata la convocazione della XVII° riunione per il prossimo dicembre.
Ma non è stato fatto cenno ad una conclusione dei lavori, inizialmente prevista per la fine del 2014, poi rinviata alla primavera 2015, poi …
Si ha l’impressione che le volontà di papa Francesco stentino a fare breccia nella rocciosa struttura curiale. Un po’ come le decisioni di un esecutivo trovano invincibili ostacoli nell’apparato tecnico degli uffici.

Ma davvero, che succede nelle riunioni del Consiglio dei Cardinali?
Dai succinti documenti (i “briefing” dalla sala stampa) si capisce la complessità dei lavori, sviluppati con quelle che nel mondo comunista si chiamavano franche discussioni e che nelle stanze vaticane diventano ulteriori considerazioni …
Così nella 13° riunione (febbraio 2016) le scelte sulle validità matrimoniali e sulle strutture dei Dicasteri “Laici, Famiglia, Vita” e “Giustizia, Pace, Migrazioni” vengono inviate all’esame del Papa. Salvo poi trovare per le stesse una lettura e rilettura nella 14° riunione ed un nuovo rinvio al pontefice.
Così, nella stessa 14° riunione (aprile 2016), si comincia a strutturare la “proposta complessiva per la nuova Costituzione della Curia”.. Salvo poi trovare nella 15° riunione “ulteriori considerazioni” sui vari dicasteri della medesima, con alcuni criteri di semplificazione e armonizzazione dei compiti degli stessi e possibili decentralizzazioni alle conferenze episcopali nazionali..
Ancora, nella stessa 15° riunione (giugno 2016) , si hanno aggiornamenti sul dipartimento della Economia (un nodo nevralgico!), sulle strutture dedicate alla tutela dei minori e sulla riforma del sistema comunicativo, con ripensamenti in corso.. Ma su quest’ultima Francesco deve essersi stufato, perché alla fine dei lavori, il 27 giugno, con Lettera Apostolica in forma di “Motu proprio”, ha istituito il Dicastero della Segreteria della Comunicazione, e ai primi di settembre ne ha approvato lo statuto.
Buon ultima, la XVI° riunione ha registrato (per servire la missione della Chiesa) “ulteriori considerazioni” sui vari dicasteri, in particolare con “ulteriori sviluppi” per il dicastero dell’Economia …
Ma anche la sottolineatura per un dicastero dello Sviluppo Umano Integrale, e soprattutto “il profilo spirituale e pastorale necessario per un vescovo oggi”.
Ecco, in questa voce c’è il punto chiave per la trasformazione in atto, per il ritorno alle origini. I vescovi non più alti funzionari paludati dell’istituzione Chiesa, ma pastori attenti, “con l’odore delle pecore”, dice papa Francesco. Non più giudici intransigenti, ma nunzi tra la gente dell’amore di Dio e del conseguente amore fraterno tra le donne e gli uomini della terra.

Chi come me guarda dal di fuori, da laico, questo processo, ne intravede le positività. Pensa che persone più cristiane, diverse dall’egoismo del vecchio mondo cattolico, potranno contribuire a forme della società umana più fraterne, più giuste, più armoniche. E ne segue con interesse i momenti di non ritorno, tra i quali c’è la progressiva variazione del collegio cardinalizio.
Al momento della elezione di papa Francesco, infatti, c’erano circa 200 cardinali , divisi quasi a metà tra elettori e non elettori. Di essi, quelli nominati da Giovanni Paolo II° erano circa 150, e poco più di 50 quelli nominati da Benedetto XVI°.
A febbraio 2017, dopo il già annunciato terzo concistoro di Francesco, si avranno poco più di 120 elettori (solo una ventina ex Giovanni Paolo II°) e un numero non molto diverso di non elettori.
Ne derivano due considerazioni, che illustrano la situazione in Vaticano.
La prima è che i non elettori hanno comunque tuttora un peso notevole negli affari curiali (e se ne capiscono quindi certe ostinate resistenze ai cambiamenti).
La seconda è che tra gli elettori è ormai marginale il ruolo dei conservatori, e sembra poco probabile una futura restaurazione della vecchia chiesa del potere, dei fasti e degli ermellini.
Ci sono quindi speranze per gli anni a venire, nel mondo cattolico.
Forse ai messaggi, alle parole di un papa comunicatore e profetico si aggiungerà una vera Riforma di un apparato bimillenario.
Si avrà la chiesa del terzo millennio, che ritrova le origini, che finisce una volta per tutte di flirtare con i ricchi, con i potenti della terra, che torna ad essere la chiesa dei poveri, la chiesa degli ultimi. La chiesa che favorisce un Nuovo Umanesimo.

di Carlo Faloci