Di Matteo lo uccidono al tennis

claudioUn mafioso intercettato dice al telefono che sua figlia non deve andare piú al circolo del tennis frequentato da Nino Di Matteo, il pm della trattativa Stato-mafia. L’allarme attentato non è mai cessato. Il pm è sempre sotto tiro, anzi un bersaglio vivente, da quando Totò Riina, dal carcere dove è rinchiuso in isolamento con il 41bis, lo ha condannato a morte “deve fare la fine del tonno”. La mafia tutta è mobilitata per far saltare il pm, il tritolo è pronto da tempo, i sicari anche, e l’ordine lo ha dato Messina Denaro, il super latitante capo dei capi.
Una nuova intercettazione che proviene dall’interno delle cosche di Cosa Nostra, ha convinto la Terza commissione del Csm (Consiglio Superiore della Magistratura) a incontrare il magistrato per ascoltarlo in relazione alla pratica di trasferimento -extra ordinem- cioè per motivi eccezionali, già aperta un anno fa e ora aggiornata per “nuove emergenze investigative”. Il contenuto dell’incontro è stato segretato, ma sappiamo che hanno accellerato l’iter per il trasferimento alla Direzione Nazionale Antimafia, causando un imbarazzo a Di Matteo, per un provvedimento fuori concorso; ha spiegato che andrebbe alla procura nazionale solo per merito e non per motivi di sicurezza. I consiglieri gli hanno detto di “riflettere” e di avanzare eventuali richeiste quando sarà riconvocato. Di Matteo aveva i meriti già dallo scorso anno, per essere trasfdrito alla Dna, ma allora fu scartato, il Csm preferì magistrati più giovani e con meno meriti.
Il nuovo allarme che proviene da Palermo, arriva da una conversazione intercettata per caso, qualche settimana fa, all’interno di una automobile imbottita di microspie, durante una indagine in corso su alcuni esponenti della mafia palermitana. Alla guida della macchina c’è una persona legata alle cosche, che litiga con la moglie. L’uomo dice di essere preoccupato per la sicurezza della figlia e si lamenta dell’imprudenza della suocera, nei giorni precedenti ha accompagnato la bambina al tennis club di via S. Lorenzo : ” se succede qualcosa a nostra figlia, io a tua madre gliela faccio pagare”.
L’uomo raccomanda alla moglie che in quel club la bambina non deve metterci piede perchè frequentato dal giudice Di Matteo, e quello, ripete, lo devono ammazzare.
Il circolo del tennis già era stato segnalato agli inquirenti, un anno fa, dai bambin che lo frequentano, che avevano visto uomini armati di fucile sui tetti vicini.
Lo stesso procuratore di Palermo è intervenuto segnalando i nuovi pericoli del pm della trattativa che prevede l’utilizzo, con tutta prbabilità, di quei 150 kg di tritolo che secondo il pentito Vito Galatolo, furono acquistati in Calabria, obbedendo ad un ordine del latitante Matteo Messina Denaro.
Il Csm anche l’anno scorso avefa convocato Di Matteo per il trasferimento di sicurezza, ma il pm rifutò, per aspettare la decisione sulla domanda che aveva presentato, per sostituto alla Direzione nazionale antimafia. Domanda che fu respinta dal plenum e cHe fece lamentare il pm di “sistematica sottovalutazione del suo profilo professionale”. Così all’inizio di questo anno ha ripresentato la domanda, stavolta al posto di aggiunto alla Dna: sperava di trasferirsi a Roma per ottenere da ĺì l’applicazione al processo Trattativa fino alla conclusione. Ma è stato escluso di nuovo, il Csm ha ritenuto la sua documentazione “inammissibile” per un vizio di forma. Probabilmente un vizio di forma può salvare la vita al pm, ma questa volta il vizio di forma lo può uccidere. La sua vita è appesa ad un filo, il filo dell’innesco di quei 150 kg di tritolo che non si trovano e possono essere ovunque. Sicuramente sul cammino del giudice Di Matteo che continua a cercare la verità sulla trattativa Stato-mafia, una verità che nessuno vuole neanche le più alte cariche dello Stato del passato.

di Claudio Caldarelli