Genocidio migranti
“Metodica distruzione di un gruppo etnico, razziale o religioso, compiuta attraverso lo sterminio….” Esattamente ciò che avviene da anni nel Mediterraneo, con il “consenso informato” dei governi nazionale ed europei. Tutti sanno ma nessuno interviene per fermare il “genocidio migranti” in mare.
Il giorno della beatificazione mediatica dell”Innominato, un naufragio di 750 migranti, in Grecia: 104 salvati, 79 vittime recuperate, tutti gli altri dichiarati dispersi. Nessuno dei 104 salvati aveva un giubbotto salvagente. I morti saranno centinaia, per lo più, donne e bambini. Il peschereccio era salpato dalla Libia diretto in Italia. Sono naufragati al largo del Peloponneso. Nelle ricerche sono impegnati alcune navi della guardia costiera greca. Ma la vita dei migranti non interessa a nessuno. Neanche ai media asserviti ai poteri governativi che non danno notizia. Le poche notizie si leggono solo su alcuni giornali come il manifesto, il fatto quotidiano e pochi altri. Ma tutti inneggiano allo statista pluricondannato. L’informazione, che resiste ai poteri forti e alle multinazionali della guerra, è confinata ai margini e le giornaliste e i giornalisti impegnati sul fronte migranti e pace, vengono spesso emarginati.
Alarm Phone dice: “Ieri siamo stati allertati da una barca in difficoltà nella zona SAR greca. A bordo ci hanno detto che erano in 750, partiti dalla Libia. Il contatto è stato perso poco dopo la mezzanotte. Ora sentiamo notizie di un naufragio e temiamo che siano vere”. I migranti sopravvissuti sono stati portati nella città di Kalamata dove è stato attivato un punto di accoglienza. Ma il “genocidio…” rimane in tutta la sua drammatica realtà e continua ogni giorno. Ogni giorno una barca affonda con decine di persone a bordo. Ogni giorno i governi e l’Europa tacciono. Gli accordi degli ultimi giorno non aiutano i migranti anzi gli negano il diritto d’asilo.
Il Centro Astalli parla di “Ecatombe” annunciata che poteva essere evitata. Si continua a morire alle frontiere d’Europa perché non vi è un interesse comune alla accoglienza e alla fratellanza. Tutti vogliono respingere. Nessuno vuole accogliere. Intanto il traffico di esseri umani arricchisce alcuni sulla morte di tanti.
Padre Ripamomti del Centro Astalli sottolinea che: “l’Europa continua a proteggere i confini e a difendersi da coloro che sono le vittime di un mondo ingiusto. Dovremmo aver imparato negli anni, ormai troppi, che non si fermano gli arrivi ostacolando le partenze, rendendo difficoltosi i viaggi. L’unico risultato di queste politiche è l’aumento delle morti alle frontiere. La drammatica e cinica conclusione di questo agire è che di fatto riteniamo alcune vite sacrificabili”.
Claudio Caldarelli