La morte di Yao Zhang a due passi dalla questura
Morire investiti da un treno mentre s’insegue uno scippatore. E’ l’assurda fine toccata a Yao Zhang, studentessa cinese di vent’anni la cui vita si è infranta troppo presto insieme al suo sogno di diventare stilista. Il fatto risale a lunedì 5 dicembre ma il corpo della ragazza verrà ritrovato solo tre giorni dopo. Roma, zona Tor Sapienza. Zhao, che studia all’Accademia di Belle Arti, è appena stata all’ufficio immigrazione di via Patini per rinnovare il permesso di soggiorno e si appresta a tornare a casa. Ma mentre aspetta l’autobus alla vicina fermata viene derubata della sua borsa, una Alexander McQueen del valore di 1500 euro, da tre balordi che poi si danno alla fuga. Lei li insegue e nel frattempo telefona ad una sua amica per riferirle l’accaduto. Con la voce in affanno e in preda al panico riesce anche a descriverle i tre malviventi. D’un tratto, però, la chiamata s’interrompe perchè la giovane viene investita da un treno. La telefonata non termina subito e l’amica capisce che è successo qualcosa di strano. Di Yao, tuttavia, non si saprà più nulla fino a giovedì 8 dicembre, quando il titolare di un capannone che si affaccia sui binari – avendo appreso che la tragedia è avvenuta lì vicino – chiama i carabinieri e gli fa visionare i filmati delle telecamere di sorveglianza. Lì si vede la giovane inseguire lo scippatore e i suoi due complici prima in una stradina d’accesso ai binari, poi lungo la tratta ferrata dov’è stata travolta dal convoglio senza che neanche il macchinista se n’accorgesse, anche se poi quest’ultimo è stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di omicidio colposo. Ma in questi casi l’iscrizione è un atto dovuto. Il corpo della ragazza verrà ritrovato in un cespuglio accanto ai binari ad alcune decine di metri dal punto dell’impatto. Una tragedia assurda, tanto più perchè consumatasi nei pressi di un ufficio della questura. La sindaca Virginia Raggi, con un messaggio su Twitter, ha espresso vicinanza ai familiari della giovane e a tutta la comunità cinese di Roma. Ma alla veglia funebre tenutasi domenica nei pressi della stazione ferroviaria di Tor Sapienza non era presente nessuno in rappresentanza del Comune nè dei Municipi IV e V. C’erano invece, oltre alla famiglia di Yao, una folta delegazione della comunità cinese della Capitale, gli studenti dell’Accademia e molti cittadini del quartiere. Un quartiere che da tempo denuncia il degrado in cui versa, con gli allarmi dei cittadini rimasti spesso inascoltati. Tornando alla morte di Yao, nelle ultime ore è stato ritrovato il telefono col quale aveva chiamato la sua amica prima di morire. La speranza è che la giovane possa aver avuto, in quei concitati frangenti, la freddezza di fotografare i tre rapinatori.
di Valerio Di Marco