Caro De Magistris, il coraggio non si delegittima mai
Premetto che a me De Magistris piace, moltissimo. Diciamo che sarebbe il sindaco che vorrei da subito per la mia città. È per questo che, probabilmente, lo scivolone di cattivo gusto fatto nei confronti di Roberto Saviano fa più male e fa più male perché proviene da un sindaco.
Un sindaco che delegittima di fronte a una città, la sua città, un uomo sotto scorta. C’è una sorta di malsana disparità nel dialogare in questa cosa, una differenza di forze in campo che dà una vaga sensazione di nausea. Qualcosa che riporta a un che di volgare misura in base a parametri economici di guadagno un successo personale come non dovuto.
Caro sindaco, purtroppo non ci sono soldi che tengano di fronte alla privazione della libertà personale, non c’è successo che la compensi. C’è, invece, la pericolosa e strisciante sensazione di isolamento che una esternazione pesantissima come la sua provoca. Isolamento e delegittimazione. Due armi che messe in mano a chi davvero le sa e vuole usare sappiamo bene che nel tempo diventano ben più pericolose delle pistole in giro sugli scooter.
Tutto questo è sconcertante, moltissimo. Spero sia stato uno scivolone di cattivo gusto, una difesa estrema mal gestita di quanto faticosamente a Napoli una amministrazione diversa sta finalmente facendo, ma non si delegittima il coraggio. Non si dimentica che vivere sotto scorta non è un privilegio ma una condanna. Non si dimentica.
Come non si dimentica cosa possa pensare di tutto questo una bimba di dieci anni finita in ospedale per un colpo di pistola mentre il suo posto era a casa, ad aspettare la Befana. Serve ascoltarsi, serve dare un senso importante alle parole. Serve dirne poche, calcolate e non usabili da chi potrebbe trasformarle in armi contro chi non merita.
Io ho incontrato Saviano anni fa, firmava delle copie dei suoi libri. Ebbi la fortuna di potermi fermare da sola, un attimo, con lui. Mi colpirono i suoi occhi. C’era qualcosa, qualcosa di indefinibile. Una malinconia strana mentre gli raccontavo, da mamma con il Sud nel dna, la difficoltà di spiegare certe cose ai miei figli lontanissimi da quel mondo.
Quella stessa strana malinconia che ho ritrovato poi anni dopo e ho riconosciuto subito. Riconosciuto negli occhi di altri, uomini e donne, che vivono oggi sotto scorta. Quello sguardo, presente ma lontano nello stesso momento. Lontano, come se ci fossero due vite dentro, una che si vive e un’altra che guarda e come si vorrebbe vivere, quello stesso momento, liberi.
Per questo le parole del sindaco De Magistris, mi lasciano addosso questo fastidioso disagio. Napoli non ha bisogno che discutiate. Napoli ha bisogno che vi ascoltiate, Napoli ha bisogno di entrambi. Ha bisogno di un De Magistris sindaco e di un Saviano autorevole. Anzi l’Italia tutta, non solo Napoli, ha bisogno che chi l’ha a cuore talmente tanto da metterci una vita di impegno, si ascolti.
Perché non si delegittima il coraggio, non si lascia solo. Mai. Non si può permettere che una morte sul campo valga più di una ordinaria, quotidiana vita di impegno senza libertà. Libertà che nessun denaro può comprare o compensare. Non si lascia solo chi l’ha avuto e chi continua ad averlo. Mai. Perché è una condanna. Sempre.
di Milene Mucci