L’eretico pensa che ci sia qualcosa da dire su questa Europa e sul resto del mondo

Quello del nuovo governo della grande Germania è stato un parto lungo e travagliato, dice l’eretico. Per quasi 5 mesi Angela Merkel ha cercato dapprima la convergenza sulle sue proposte dei partitini moderati (liberali, verdi), con esito negativo. Poi, soprattutto per le sollecitazioni del presidente della repubblica Steinmeier, è stata costretta ad un accordo con i socialdemocratici di Schulz.
Un accordo non indolore per i due protagonisti, osserva l’eretico.

La Merkel, che dovrà affrontare a breve il congresso del suo partito con molti preannunciati malumori, ha infatti dovuto cedere al SPD (il partito sociademocratico) ministeri chiave: gli Esteri, il Lavoro e soprattutto le Finanze, la roccaforte del superfalco Schauble. Per quest’ultimo, ferreo palatino della politica del rigore finanziario dell’Unione Europea, è prevista la nomina a presidente del Bundestag, il parlamento tedesco. Ma c’è da credere, lo teme fortemente l’eretico, che da parte tedesca si pensi a candidarlo nel 2019 alla successione di Mario Draghi alla Banca Centrale Europea.

Anche l’altro protagonista, Martin Schulz (che non sarà ministro degli affari esteri per mantenere la segreteria del SPD e per veti e resistenze incrociate) non avrà giorni tranquilli, commenta l’eretico. Si era presentato alle elezioni con l’impegno: “Mai più al governo con la Merkel” e invece ha finito per portare il suo partito ancora una volta alla “grosse koalition” (per la terza volta dal 2005, con la signora Merkel) … Con il rischio di una scissione e un rafforzamento dei Verdi e della “Die Linke”, la sinistra tedesca, che hanno nel Bundestag una presenza di circa 70 deputati ciascuno.
C’è infine una decisione, aggiunge l’eretico, molto corretta e cioè un confronto che Merkel e Schulz avranno con i rispettivi partiti per avere un assenso alla scelta affettuata. Qualcosa di molto diverso da quello che successe in Italia nel 2013, quando chi aveva votato per un programma di sinistra alternativo al centrodestra si trovò, pronubo il bipresidente Napolitano, con una larga intesa fortemente conservatrice …

Ma c’è qualcosa di più preoccupante nel mondo, ci tiene a commentare l’eretico, che vede una proliferazione degli interventi che il multimiliardario evasore Trump presidente Usa sta portando avanti dovunque. Nel campo del rischio da armi nucleari, anzitutto. Viene abbandonato il programma di Obama della progressiva riduzione mondiale degli arsenali per rilanciare la produzione di testate tattiche (in grado di uccidere “soltanto” decine di migliaia di civili e di desertificare territori come a Chernobyl) molto più umane pensando al milione di decessi che potrebbero creare le bombe del dittatore nord coreano Kim Jong-un. Pronta è stata la risposta di Mosca, accusata di fare altrettanto, che non si farà sicuramente indietro in questa follia, mentre non un commento si è avuto da parte cinese …

C’è da chiedersi, commenta l’eretico, dove si potrebbero usare da parte Usa le nuove armi nucleari tattiche. Forse contro gli sciiti dell’Iran (non verso gli amici sunniti degli Emirati Arabi). Forse in Siria, dove sono ripresi i bombardamenti aerei contro le postazioni del presidente-dittatore Bashar al-Asad e dove tra Iran ed Israele si vedono prodromi di una guerra internazionale?

Niente di nuovo sotto il sole, osserva l’eretico. Dove c’è petrolio ci sono interessi Usa. E spesso, troppo spesso, ci sono armi che sparano.
E’ quello che può succedere anche nel Venezuela, il paese che con Chavez ebbe il coraggio di nazionalizzare il petrolio domestico, sottraendolo alle imprese statunitensi. Da allora, l’azione Usa per riprenderselo è stata costante, fomentando le minoranze venezuelane (capitalismo locale ma anche clero tradizionalista – nonostante la costante attenzione mediatrice vaticana) e facendo leva sul malcontento contro Maduro per la tragica situazione economica venezuelana, dovuta certamente ad una sua gestione poco democratica della cosa pubblica ma anche all’embargo Usa su medicinali e mercato petrolifero, con la diffida a tutti gli stati sud-americani di comprare il petrolio venezuelano.

Ma non solo questo, osserva l’eretico. C’è stato un recente viaggio del segretario di stato di Trump, Tillerson, negli stati “più amici” dell’America Latina nel quale, oltre a insistere sulla necessità del boicottaggio alle attività venezuelane, è stato dichiarato che gli Usa potrebbero intervenire anche direttamente con appoggio militare per abbattere il presidente Maduro.
Intanto il vice presidente americano, Mike Pence, ne è certo l’eretico e lo dicono molti osservatori Usa, è il principale argomento contro un possibile “impeachement” di Trump. Perché, come ha titolato recentemente La Repubblica: “Il vice presidente è peggio di Trump”!!
Anche in questi giorni, alle Olimpiadi Invernali nella Corea del Sud, il suddetto si è rifiutato di partecipare ad un pranzo nel quale si avevano ancora flebili passi di riavvicinamento tra le due Coree, con la presenza del primo ministro sudcoreano e della sorella del dittatore nordcoreano.

Si era preso un periodo di riflessione, l’eretico, negli ultimi tempi. Perché lo stato di congelamento permanente nella politica mondiale con l’uscita dalla crisi dovunque, ancora una volta, a spese dei più poveri, degli ultimi della terra, avvilisce se vuoi commentarla, se vuoi respingerne le motivazioni.
Ma ci sono cose che è giusto, è necessario ricordare, in un momento in cui l’insistenza di fake news rimbecillisce la gente. C’è ancora qualcosa da dire.
Come la nomina a senatrice a vita di Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz. Per ricordare, non per sostenere ambigue maggioranze.
Come la lettera di giornaliste e di donne del mondo dello spettacolo: non più solo contro le molestie, ma, finalmente, contro l’intero sistema che le favorisce, le causa. Che è il fondamento di una società malata, che pure vive sul lavoro, sulla cultura, sulla egemonia delle donne.
Era ora. Se non ora, quando?

di L’eretico

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