Salvini e Meloni, la strana coppia

La nuova coalizione di centrodestra vede una singolare tenzone tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, per contendersi il primato di chi fa più figure di guano sulla stampa nazionale.
A dispetto dei pronostici e delle quotazioni Snai, la burina romana sta surclassando l’assenteista padano di parecchie misure e – continuando con questi ritmi – potrebbe persino togliere la storica leadership a Berlusconi.
La sguaiata leader di Fratelli d’Italia, infatti, ha infilato una pregevole doppietta in pochi giorni. Prima ha deciso di andare a protestare presso il Museo Egizio di Torino, reo di aver fatto degli sconti ingresso agli arabi, ragliando che il Museo è di tutti. Come spesso accade quando una persona di cultura ne incontra una laureata all’università della vita, le bacchettate sono arrivate copiose sulle manine di Giorgina, la quale – oltre a confondere i termini arabo e mussulmano – si è pure sentita dare una lezione di integrazione dal Direttore del Museo, Christian Greco, che le fatto notare come gli sconti siano applicati a tutti, chiedendole se avrebbe protestato anche per i biglietti ridotti agli studenti, le ha dato un libro sulla storia del Museo (con parecchie figure, perché potesse capirlo pure lei) e ha aggiornato la vaiassa sulle iniziative del Museo stesso destinate a senza tetto e malati, concludendo che il budget complessivo sia solo di centomila euro e senza l’aggiunta di contributi pubblici. In due parole, ci sono volute tre sedute di Photoshop per restituire a Giorgia il suo colorito naturale dopo lo sbiancamento procuratole davanti alle telecamere.
Non contenta, poche ore dopo Giorgina ha tirato giù il carico e – nella foga di celebrare il giorno dedicato alle foibe – ha pubblicato una foto di cinque civili sloveni fucilati da un plotone italiano: l’esatto opposto di quello che voleva dimostrare. Sarebbe un due a zero ma il gol potrebbe valere doppio, perché la stessa cazzata l’aveva fatta un altro fascista fai da te, Gianni Alemanno. Oltre che da quelli della storia, nemmeno dagli errori dei camerati riescono a trarre insegnamento.
All’exploit di Giorgia, Salvini replica in maniera dignitosissima, grazie all’aiuto della stampa amica. Così salta – di nuovo – fuori una vecchia foto del leader leghista ai bei tempi in cui andava per moschee a fare campagna elettorale, a fianco di personaggi di spicco della comunità islamica, a contatto con quella cultura che afferma essere in contrasto con la nostra Costituzione (che evidentemente non conosce nemmeno per sentito dire) e tra mura che lui stesso vorrebbe abbattere con le sue potenti, quanto inesistenti, ruspe.
Non è certo la prima volta che Matteo viene pescato con le mani nella marmellata. In passato, oltre a predicare nelle moschee, ha fatto campagne per la liberalizzazione della cannabis, si è dichiarato fervente comunista, ha insultato con epiteti razzisti gli stessi napoletani a cui ora chiede il voto. È così pieno di sorprese e coerenza che ci manca solo di scoprire che facesse lo scafista.
Al momento, dunque, conduce la Meloni per due a uno. Dal centrodestra è tutto, a voi studio.

di Marco Camillieri

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