Esplode l’auto di un carabiniere
La mafia pugliese fa saltare l’auto di un carabiniere in prima linea nelle indagini sulla criminalità organizzata. La bomba esplosa alle 4 di notte, distrugge la macchina ma per fortuna non causa vittime. Ma cerano stati segnali e avvisaglie che la criminalità stava organizzando degli attentati. Nella notte tra domenica e lunedì 2 e3 dicembre, una bomba ha distrutto a Corato in provincia di Bari, l’auto di un carabiniere in servizio ad Andria che indaga sulla criminalità.
Il 22 novembre un ordigno fabbricato con 3,5 kg di tritolo è stato sequestrato a un uomo, a casa ne aveva altri 7 kg. Il 30 novembre 30 arresti della Dda di Bari e dei carabinieri nella Società foggiana: affari, estorsioni e omicidi. L’attentato effettuato per intimorire le forze dell’ordine, che in questi mesi hanno ottenuto successi sul piano operativo nello sgominare la temibile mafia foggiana, “la Società” che in questi ultimi anni ha terrorizzato l’intero territorio con omicidi plateali, regolamenti di conti, ricatti e condizionamenti in settori strategici, quali i rifiuti e gli appalti pubblici. La mafia pugliese, che il giornalista Ruotolo, negli anni 90 definì la quarta mafia, in questi anni si è evoluta, stringendo alleanze, strategie di collegamento e accordi che l’hanno resa potente, carica di armi, esplosivi e soldi, tanti soldi, provenienti dal traffico di droga, estorsioni, business dei rifiuti, rapine spettacolari ai furgoni portavalori e ai Tir.
La “Società” pugliese si è collegata a nord-ovest con la Camorra, a sud con la n’drangheta e Cosa Nostra. Ma l’azione della magistratura antimafia si è intensificata minando questa potenza criminale, da qui la rabbiosa reazione a cui assistiamo. I carabinieri e il tribunale sembrano essere gli obiettivi della mafia, che cerca di riprodurre la stagione stragista, per spostare l’attenzione dagli affari criminali lungo la costa. Ma la Dda di Bari ha già, in accordo con le forze dell’ordine, elevato il livello di guardia sugli obiettivi sensibili, rafforzando la presenza sul territorio e potenziando il sistema di vigilanza.
di Claudio Caldarelli