Destini clandestini

Se soffrite di solitudine, se nessuno vi cerca, se il vostro cellulare non suona mai, allora provate a dare la disdetta dell’abbonamento Sky. Riceverete telefonate a tutte le ore, garantito. Ma se la solitudine non è un vostro problema, se avete relazioni sociali nella norma, allora la tempesta di telefonate di Sky vi costringerà a silenziare il telefono, ad ignorare tutte le chiamate dei numeri che non avete in rubrica.

E’ successo anche a me: ho disdetto Sky.

In piena ossessione da disdetta, tempestata di telefonate, ho volutamente ignorato tutte le chiamate provenienti da numeri “sconosciuti”, comprese quelle provenienti dalla Francia. Perchè mai avrei dovuto accettare una chiamata d’oltralpe, col rischio di sentirmi proporre chissà quale offerta vantaggiosa di programmi televisivi a pagamento?

Fino a quando il numero francese ha inviato un messaggio. “Sono io che ti chiamo dalla Francia. Sono E. B. Ti devo parlare”

E. B. è un senegalese di 26 anni che si è messo in mare come un messaggio in una bottiglia e in mare è rimasto a galleggiare senza cibo e senz’acqua per giorni, fino a quando l’operazione Mare Nostrum l’ha scaricato in un campo sportivo di Trapani. Non aveva vent’anni. E’ entrato in uno SPRAR, ha ottenuto un permesso umanitario e ha cominciato a cercarsi un lavoro. E.B. è un tipo serio, uno che guarda lontano. Durante lo SPRAR gli davano 6€ al giono: metà li teneva da parte (per il futuro, diceva). Con i 3 € restanti riusciva a mangiare, vestirsi, lavarsi. Un ragazzo oculato. Finito lo SPRAR ha cercato un lavoro, prima in Italia e poi in Francia. Ancora sta lì. Lavora, ogni tanto si fa vivo, cambia numero di telefono in continuazione, ma alla fine riesce sempre a farsi riconoscere: manda saluti, invia foto, dice che sta bene, che vorrebbe farsi una famiglia. Non vuole mica la luna. Ha fatto 13 mesi di viaggio, un anno in Libia, ha attraversato il mare su un barcone fatiscente per inseguire i suoi sogni “normali”. Oggi mi cerca perchè il suo permesso umanitario sta per scadere e non ha capito bene come funziona il decreto Salvini.

Il decreto Salvini è una dichiarazione di guerra a lui, allo straniero e non solo: se da una parte il decreto è un vero e proprio manifesto elettorale a favore di Salvini, dall’altra manifesta l’incapacità di una intera classe dirigente a gestire l’ondata dei flussi migratori.

A E. B. l’attuale governo non rinnoverà il permesso umanitario, basta leggere il decreto Salvini per capire che non lo rinnoverà praticamente a nessuno. Per E. B. sarà difficile non diventare un clandestino. Il governo gli ha cucito addosso un vestito di odio, come se il colore della sua pelle non bastasse da sola a renderlo ‘diverso’. Sta criminalizzando lui e gli immigrati come lui a colpi di sgomberi. Chiude i Cara, gli Prar e tutto ciò che ‘puzza’ di solidarietà in nome di una presunta sicurezza.

E. B. è un tipo tosto: si muove, si informa, lavora. Se la caverà, se l’è sempre cavata. Ma quanti come lui, che si sono messi per sabbia e per mare rischiando la vita per una normalità che a noi sembra scontata, finiranno clandestini per strada?

di Daniela Baroncini

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