Avanguardia Nazionale: storia senza fine di un potere nero

A seguito dell’aggressione fascista avvenuta lo scorso 7 Gennaio a danno dei due giornalisti dell’Espresso, Federico Marconi e Paolo Marchetti, due sono stati i denunciati: Giuliano Castellino, leader romani di Forza Nuova (che peraltro al momento dell’aggressione si trovava sotto sorveglianza speciale) e Vincenzo Nardulli, leader di Avanguardia Nazionale.

Forza Nuova, il partito fondato nel 1997 da Roberto Fiore e Massimo Morsello, è noto ai più; da ormai diversi anni si muove, seppure con scarso successo, sulla scena politica italiana ed è ormai una presenza fissa tanto nella corsa alle elezioni amministrative quanto alle elezioni politiche.

Tanti, soprattutto tra le giovani generazioni, di Avanguardia Nazionale hanno probabilmente sentito parlare per la prima volta solo a seguito di questo avvilente episodio.

Cosa sia Avanguardia Nazionale, che ruolo abbia giocato in alcuni anni cruciali della storia recente del nostro Paese e cosa è, o anzi non dovrebbe essere oggi, forse lo ricordano bene le generazioni che oggi hanno dai cinquanta anni in su.

Avanguardia Nazionale nasce nel 1957 da una costola di Ordine Nuovo. Un gruppo di giovani decide di distaccarsi dal movimento guidato da Pino Rauti per dar vita ai Gruppi di Azione Rivoluzionaria che poi, nell’Aprile del 1960, si trasformeranno in Avanguardia Nazionale. A guidare gli scissionisti c’è Stefano Delle Chiaie, all’epoca un giovane militante proveniente dal Movimento Sociale Italiano dirottato poi verso Ordine Nuovo.

Da questo momento in poi quella di Avanguardia Nazionale è una storia fatta di scomparse e di resurrezioni. Per ben 3 volte il movimento di Delle Chiaie viene sciolto per poi rinascere dalle proprie ceneri senza svanire mai del tutto dal panorama politico italiano, nemmeno quando è stata la legge ad imporlo.

Il primo scioglimento di AN avviene nel 1965: la neonata organizzazione fascista ha un’impostazione troppo spiccatamente squadrista, persino per quegli anni. I numerosi provvedimenti giudiziari a carico di diversi militanti spingono Delle Chiaie, “Il capitano”, allo scioglimento. Sono gli anni in cui, secondo le testimonianze di alcuni membri del movimento, Avanguardia Nazionale sarebbe entrata in contatto con l’OAS (Organisation armée sècrete, un’organizzazione paramilitare clandestina nata in Francia all’inizio degli Sessanta) e, soprattutto, con alcuni funzionari del Ministero dell’Interno.

Passa qualche anno, siamo nel 1970 quando Avanguardia Nazionale risorge per la prima volta. Nel frattempo c’è stata Piazza Fontana: 17 morti e 88 feriti. Quale sia stato il ruolo di Delle Chiaie e del suo movimento nell’attentato non è mai stato del tutto chiarito. Secondo quanto dichiarato nel Marzo del 1973 da Giovanni Ventura, riconosciuto con una sentenza del 2005 emessa dalla Corte di Cassazione come una delle menti della strage (l’altro responsabile è stato individuato in Franco Freda, ignoti restano invece gli esecutori materiali), Stefano Delle Chiaie avrebbe preso parte alla riunione che si tenne il 18 Aprile del 1969 a Padova; riunione durante la quale il gruppo eversivo di estrema destra di cui Ventura e Freda erano leader avrebbe preso la decisione di compiere attentati in luoghi chiusi e utilizzando ordigni potenziati così da rendere gli attacchi il più letali possibile.

La dichiarazione di Ventura, che parlò anche di finanziamenti arrivati da Delle Chiaie, sarebbe stata confermata qualche mese dopo anche da Freda. Tuttavia il giudice istruttore Gerardo D’Ambrosio non credette a questa versione, ritenendo impossibile che Delle Chiaie potesse essere rientrato per tempo a Roma la mattina dopo l’attentato ed essere presente quando, in tarda mattinata, la sua casa venne perquisita.

Altre dichiarazioni, rese da alcuni esponenti legati agli ambienti della destra eversiva, attribuiscono ad Avanguardia Nazionale la responsabilità delle tre bombe che scoppiarono a Roma nello stesso giorno dell’attentato di Piazza Fontana ma anche su questi episodi non è mai stata fatta del tutto chiarezza.

L’8 Giugno del 1976, per effetto delle Legge Scelba, Avanguardia Nazionale viene finalmente sciolta per ricostituzione del partito fascista; Delle Chiaie si rifugia inizialmente in Spagna poi in Sud America. Stavolta il capolinea per AN sembra essere veramente giunto. Sembra, per l’appunto.

Da circa 3 anni infatti Avanguardia Nazionale è stata ricostituita; a guidarla c’è sempre lui: Stefano Delle Chiaie. Anche il simbolo è rimasto lo stesso dei “tempi d’oro”: l’odal, la lettera dell’alfabeto runico che veniva usata anche da una divisione delle SS. Già da diversi anni i suoi affiliati si riuniscono in edificanti occasioni come la celebrazione dell’anniversario di morte di Erich Priebke o per convegni come quello al quale nel 2014 ha preso parte anche l’eurodeputato leghista Mario Borghezio. La sede del movimento si trova a Roma, nel quartiere di Torre Spaccata e, fatto ancor più interessante, si tratta di una casa di proprietà del comune. La cessione da parte del comune di Roma risulta confermata anche da un’informativa del 1991 allegata agli atti dei processi per le stragi.

Si tratta dunque di un’organizzazione a tutti gli effetti dichiarata fuori legge che non solo opera liberamente ma che da quasi 30 anni ha posto la propria sede in una casa comunale. Tutto questo grazie all’indifferenza delle istituzioni in generale e dei tanti ministri dell’Interno e dei tanti sindaci della Capitale che si sono succeduti in questi anni nello specifico.

Chissà se dopo le ultime tristi vicende che hanno momentaneamente riportato Avanguardia Nazionale sotto le luci della ribalta qualcosa si deciderà di fare a riguardo, si tratterebbe in fin dei conti solo di far rispettare la legge.

di Martina Annibaldi