La profonda disuguaglianza della FLAT TAX

Ormai già da un paio di anni che in Italia sentiamo discutere di flat tax. Lega e Forza Italia hanno sempre dato particolare attenzione a questo argomento nei programmi di governo proposti. È con la salita al governo di Lega e Movimento 5 Stelle nel maggio 2018 che però si è sottoscritto, nel cosiddetto contratto di governo, l’impegno ad applicare la flat tax. Anzi, come dicono Lega e Movimento 5 Stelle, una “quasi” flat tax. Questa “quasi” flat tax prevede due aliquote molto vicine tra loro: una del 15% e l’altra del 20%.
La flat tax è un sistema fiscale caratterizzato da un’aliquota fissa, non progressiva. In pratica cittadini e imprese versano allo Stato una percentuale (l’aliquota) fissa dei propri guadagni. Questa percentuale è uguale per tutti, ed è indipendente dal reddito che un soggetto possiede; sia che si guadagni tanto, sia che si guadagni poco, si versa sempre la stessa percentuale di tasse.

L’attuale governo sostiene che introducendo la flat tax si risolva il problema dell’evasione fiscale. Ma è davvero così? La tassazione non può essere la stessa per tutti i soggetti. È vero che l’imprenditore e l’operaio con la flat tax pagherebbero le tasse con la stessa aliquota, ma il potere di acquisto sarebbe decisamente differente. In concreto non è la stessa cosa! Pagare il 15% su mille euro al mese non è assolutamente uguale a pagare il 15% su 50mila euro al mese, figuriamoci su 200mila euro al mese. Il beneficio è assolutamente a favore dei ricchi, i quali continuerebbero, eventualmente, a non pagare le tasse; non si capisce sotto quale principio i ricchi dovrebbero smettere di evadere le tasse se la tassazione scende. Inoltre, se tutti pagassero il 15% di aliquota, anziché una aliquota progressiva sulla base del reddito, le casse dello Stato risentirebbero delle minore entrate, generando quindi investimenti al ribasso su tutti quei servizi pubblici quali scuola e ospedali che costituiscono il cosiddetto Welfare State. Facendo così, si va a nutrire il già sazio neoliberismo, procedendo così alla privatizzazione di tutta una serie di strutture che in questo momento sono ancora in mano allo Stato. Per avere un sistema di equità sociale e rispetto comunitario (nel vero senso della parola) è importante cambiare l’atteggiamento che abbiamo tutti nei confronti del denaro; bisognerebbe, ogni tanto, distaccarsene. Ognuno deve contribuire proporzionalmente alle proprie disponibilità.

di Antonio Zinilli