Il “vero” gladiatore
Il film “Il gladiatiore” compie quest’anno il ventesimo anniversario dall’uscita nelle sale, ma non smette di suscitare emozione in chi lo guarda o lo riguarda, anche a distanza di anni. Pur essendo essenzialmente una storia di fantasia costruita con personaggi in parte realmente esistiti e pur contenendo diverse inesattezze, la scrittura ben eseguita e le musiche magistrali lo rendono uno dei capolavori del cinema.
Il protagonista, Massimo Decimo Meridio, è un generale vittorioso molto vicino all’imperatore Marco Aurelio, che lo segue nelle campagne del Nord contro i popoli dei Quadi e dei Marcomanni. Caduto in disgrazia a seguito della salita al potere di Commodo, diventerà schiavo e poi gladiatore, fino a consumare la sua vendetta contro il nuovo imperatore.
Quanto c’e di vero? Ben poco, in realtà. Ma un generale, realmente esistito, può aver funto da modello per il personaggio di Massimo. Parliamo di Marco Nonio Macrino, nativo di Brixia (attuale Brescia), console sotto il principato di Antonio Pio, proconsole delle province romane d’Asia e comesdell’imperatore Marco Aurelio. Questo ultimo titolo ci suggerisce che era in stretti rapporti con l’imperatore e il fatto che lo seguì nelle campagne del Nord, lo avvicina al protagonista de “Il gladiatore”. Ma le similitudini si interrompono qui.
Infatti Macrino proveniva da una ricca famiglia bresciana, i Nonii, e quando morì, era un uomo facoltoso e tenuto in grande considerazione, a differenza del “Gladiatore”.
Personaggio sconosciuto ai più, salì agli onori della cronaca quando nel 2008, sulla via Flaminia, in località Due Ponti a Roma, vennero rinvenuti i resti del suo imponente mausoleo. Si parlò all’epoca della “tomba del Gladiatore”, ma a parte le brevi somiglianze col personaggio del film, il ritrovamento ha rappresentato un punto importante per la storia della Via Flaminia, che si configura come un’altra perla a decorazione della sua millenaria esistenza.
di Fabio Scatolini