Febbraio alla Biblioteca Universitaria IPU
Si sono svolte, nel mese di febbraio, le consuete attività della Biblioteca Universitaria IPU, uno spazio importante di condivisione, approfondimento e confronto a disposizione di studenti e territorio.
Mercoledì 26 è stata la volta dello Speakers’ Corner, l’iniziativa autogestita a cura degli studenti dell’Istituto Progetto Uomo, grazie alla quale è stato possibile fare un viaggio nella poesia e nella musica del Brasile.
Wesley Soares ha letto, con grazia e la delicatezza, poesie in lingua brasiliana di autori del calibro di Fernando Sabino, Carlos Drummond de Andrade o Antonio Cicero.
Ad accompagnarlo, il chitarrista David Bracchi con brani di Tom Jobim, Garota de Ipanema, Samba de uma nota só, e Seu Jorge con Burguesinha.
Evento che, grazie alle scelte di musica e testo dei due studenti organizzatori, ha rimarcato il carattere peculiare dell’Istituto e la filosofia del Corso in Scienze dell’Educazione per Educatori Professionali: “Proteggere una cosa è curarsene, aver cura di lei, vegliare su di lei, star sveglio per lei, ovvero, esserci per lei o esistere per lei” (Proteggere, Antonio Cicero).
Giovedì 27, invece, Mezz’ora in Biblioteca, incontro preserale che per l’occasione ha voluto riflettere su un tema attualissimo e contraddittorio: attraverso la presentazione del libro Dieci ragioni per cancellare subito i tuoi account social, di Jaron Lanier (a cura della Professoressa dell’Istituto Cristiania Panseri, intervallata da alcune letture del testo a cura degli studenti), si è dibattuto sulla possibilità di considerare internet come uno strumento, di per sé quindi non pericoloso ma, come tutti gli strumenti, da utilizzare con criteri di consapevolezza. L’autore statunitense concentra la sua riflessione proprio sui social, cercando di spiegarne la poca trasparenza relativa ai dati personali, auspicando una riflessione individuale e seria sulla partecipazione a tali piattaforme: “Non sentirti insultato, per favore. Sì, ti sto dicendo che forse ti stai trasformando, giusto un pochino, in un cane ben addestrato o, ancora peggio, in un topo da laboratorio o un robot. Che vieni controllato a distanza, giusto un pochino, dai clienti delle grandi corporation. Ma se ho ragione, diventare consapevole può avere il beneficio di liberarti. Allora, ti va di prendere in considerazione questo discorso?”.
di Biblioteca