La lotta per la verità ha il nome di donna

Due anni dopo la sua scomparsa, Marielle Franco è diventata un’icona del Brasile. Era una donna che combatteva, forte, determinata, grintosa, sempre pronta a difendere gli ultimi. Veniva da una classe sociale emarginata, quella che vive nelle favelas, quella in cui gli ultimi rimangono tali e in cui non è prevista nessuna ascesa sociale. Lei invece, pur essendo una persona di scarse risorse, frequentò l’università per difendere i diritti dei più disagiati,dei derelitti: una scelta pericolosa e azzardata di questi tempi.

Portava in sé un’impronta di lotta che infiamma l’animo e disturba tutto ciò che è legato al potere e la destra. Era vicina a una politica di sinistra e ciò che più infastidiva le sue controparti politiche era che, tra le altre cose Marielle fu il quinto consigliere comunale più votato alle elezioni municipali di Rio de Janeiro. Faceva anche parte della commissione rappresentativa della Camera dei Consiglieri comunali, creata appositamente per monitorare l’intervento militare a Rio de Janeiro, decretato dall’ex presidente Michel Temer il 16 febbraio 2018.

Una delle maggiori conquiste politiche di Marielle, fu arrivare ad occupare un posto in un parlamento originariamente occupato da “uomini, bianchi e potenti” e l’arrivo di una donna nera e proveniente dalla favela rappresentò una vera e propria rivoluzione.

Ebbene era il 14 marzo 2018 quando Marielle Franco fu assassinata insieme al suo autistaAnderson Gomes a Rio de Janeiro, da sicari reclutati dopo aver presenziato ad un evento politico. Ancora oggi il caso non è chiuso, in una realtà in cui connivenza tra potere e organizzazioni terroristiche è la prassi e l’omertà qualcosa di ben radicato nel territorio.

Gli accusati sono solamente due: Ronnie Lessa e Elcio Vieira de Queiroz entrambi arrestati nel marzo 2019, anche se si ignorano ancora i motivi e il nome del mandante che commissionò l’omicidio, verranno processati da un tribunale popolare.

Dalla minuziosa ricostruzione dei fatti si sa che Lessa fu accusato di aver sparato contro il veicolo su cui viaggiavano la Franco, il suo autista e un assistente che sopravvisse, mentre si presume che Vieira de Queiroz fosse alla guida dell’automobile da cui partirono gli spari. La polizia sospetta che i responsabili dell’organizzazione dell’agguato fossero dei gruppi parapolizieschi.

Il 28 febbraio scorso, il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, ha ammesso di avere chiesto di insignire come “eroe” un membro di una milizia di parapolizia di Rio de Janeiro sospettata di avere orchestrato l’omicidio.

Va chiarito che entrambi i detenuti sono ex poliziotti e uno di loro, Ronnie Lessa, era un vicino della famiglia Bolsonaro in un quartiere chiuso di Rio de Janeiro.
Anche la Procura sostiene che era amico di Fabricio Queiroz, ex consigliere dell’attuale senatore Flavio Bolsonaro, figlio del presidente Jair Bolsonaro, durante la sua carica come deputato regionale di Rio de Janeiro.
Il figlio maggiore del presidente è indagato insieme a Queiroz per sottrazione di denaro pubblico e riciclaggio di capitali mediante l’assunzione di funzionari “fantasma” per il suo gabinetto, nell’Assemblea Legislativa di Rio de Janeiro.

Il Brasile dunque, come si può capire, vive un vero sconcerto sociale in materia dei diritti umani e questo è il risultato di avere un presidente che sposa la violenza e la repressione, che non permette il dissenso popolare e

incoraggia il disfacimento del potere legislativo al fine di risvegliare vecchi fantasmi.

Proprio per questo è indispensabile e fondamentale che il ricordo di una donna rivoluzionaria come la figura di Marielle Franco rimanga nella memoria e che cresca anno dopo anno, perché la sua lotta è la lotta di tutti i brasiliani, è la lotta di tutto il popolo latino, è la lotta per l’uguaglianza e per la libertà, la lotta per il trionfo della verità e della dignità umana.

Marielle come esempio da seguire, come dispensatrice di valori che devono far parte di tutto il Brasile affinché tutto il paese possa iniziare, sia pur lentamente, a cambiare verso quella forma di libertà che oggi sembra solo un lontano sogno da realizzare.

di Stefania Lastoria

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