Al Lingotto: prima o poi, partito della nazione.

Dice di essere perplesso, l’eretico, su molti commenti relativi alle scelte decise al Lingotto dell’ex Pd, ora Pd 2.0 (partito della nazione ?69). Si è dato molto valore, infatti, ad una ripetuta proposizione del “noi” al posto di “io”.
Ma tutto dipende dal senso che si vuol dare alla parola.
Quello della Dichiarazione di indipendenza Usa, con: noi riteniamo che tutti gli uomini sono stati creati uguali (ma non ancora la popolazione di colore).
Quello della condivisione, come nell’ultimo sinodo sulla famiglia, su un documento di centinaia di punti, studiato e discusso e modificato per un anno intero in tutte le parrocchie del mondo ed approvato a grande maggioranza (a parte i “dubia” dei seguaci di quattro anziani cardinali).
Quello del valore messianico, il plurale maiestatis usato dai papi per centinaia di anni intendendo: “io e lo Spirito Santo”.

E quello, commenta l’eretico, del Renzi del Lingotto, al suo modesto livello.
Un noi ripetuto con tale insistenza da indurre in qualche sospetto, perché detto da chi, in passato, ebbe a dire: “stai sereno…” ed anche: “se perdo il referendum”… E’ un noi che sembra significare: voi tirate la carretta ed io (o al massimo io e Maurizio Martina) la conduciamo… Una interpretazione che viene non dai discorsi di Renzi di apertura e chiusura, ma da quello che si può trarre dall’unico documento disponibile, pubblicato dalla exUnità (on line) con l’indicazione di “sintesi della mozione congressuale di Matteo Renzi”.
Un documento che di programmi concreti ha ben poco. Che termina con la richiesta che non sembra davvero democratica: “E’ su queste basi che noi chiediamo per Matteo Renzi e Maurizio Martina un mandato per cambiare l’Italia e l’Europa, per avere un partito che contribuisca a questo scopo, con un leader che si candida a guidare dapprima la nostra comunità politica e poi il governo del Paese.” Nientedimeno!

In parole povere, deve ammettere l’eretico, non si sa quando si andrà a votare, non con quale legge elettorale, non con quale programma, non con quale coalizione, non con quali alleanze pre e post voto. Ma sapremo già, dopo le primarie del Pd, chi sarà il leader.
Non si sa cosa potrà fare, il leader, se vincerà le elezioni. Non ci sono previsioni, certamente per l’influenza dei risultati delle attese elezioni in Francia ed in Germania. Ma anche dalla credibilità che potrà avere l’Italia per il suo terribilmente crescente debito pubblico.
Per quanto concerne l’Europa, dice l’eretico, è sottolineata l’esigenza di svincolare la politica dal potere del pensiero tecnocratico e sono in particolare indicati due aspetti. Per il primo, istituzionale, è indicata la convergenza delle tre grandi democrazie europee su una integrazione più forte, con due livelli di governo, uno dei quali, federale, con un proprio bilancio. Per il secondo, programmatico, lo svincolarsi dalla dirigenza del pensiero tecnocratico per una politica europea diversa su campo sociale, migrazioni, difesa comune, regole fiscali comuni per le imprese.
Per quanto attiene alla politica nazionale, commenta l’eretico, la parte più scontata è una insistita, puntuale difesa dei mille giorni di governo, con qualche errore ammesso ma non specificato, e con la volontà di proseguire nella stessa direzione. Viene anche indicato il tema della paura come detonatore dei populismi e dei nazionalismi intesi come minaccia della democrazia, e la necessità di nobilitare la sfera dei bisogni aggiungendo alla sicurezza anche i temi della appartenenza, intesa come comunità, e di cooperazione, attraverso obbiettivi comuni.

La parte del documento dedicata al passaggio da exPd al partito della nazione, nota l’eretico, ha avuto una premessa nelle parole di chiusura dell’ex presidente del consiglio ed ex sindaco di Firenze che ha definito macchietta e non politica il cantare sul palco Bandiera Rossa e il salutare col pugno chiuso.
Stupidamente dicendo che non sono cose che portano lavoro ed offendendo, e da segretario del partito! i tanti che hanno dato e danno forza al Pd e che a quei simboli sono affezionati .
Usando toni aggressivi, sprezzanti, contro chi ha ritenuto giusto andarsene.
Senza porsi domande sul suo ruolo in un partito -casa comune- che avrebbe dovuto guidare, un ruolo così scarso che per esso viene adesso indicata la necessità di una ristrutturazione radicale, di essere rete delle reti, di avere radici nella storia (ma irridendone i simboli), di dare risposte nuove (ma quali?) per costruire una società più giusta, di essere un patto di comunità a chi condivide un progetto di trasformazione dell’Italia …

Ha una sensazione sgradevole, l’eretico, da tutto questo.
Ha l’impressione che il patto di comunità sia più facilmente orientato verso Alfano e Verdini, od anche verso larghe intese, piuttosto che verso il “Campo Progressista” di Pisapia.
Ha il timore che dopo le elezioni non ci siano soluzioni che fermino la forbice che si allarga, dei ricchi più ricchi e dei poveri più poveri; del quaranta per cento dei giovani senza lavoro, delle donne emarginate.
Ed è triste, tanto triste perché non è giusto, tutto questo.
E’ una società senza solidarietà, senza amore.

di L’eretico

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