La ricchezza al servizio delle persone

La ricchezza sia al servizio delle persone per curarle, farle mangiare e dare loro una istruzione. Il capitalismo mondiale deve trasformarsi in capitalismo sociale e redistribuire il profitto sotto forma di servizi sociali alla persona. Il nobel per l’economia Joseph Stiglitz in una intervista all’Osservatore Romano dice nel nuovo capitalismo, i mercati devono essere al servizio delle persone, stabilendo un nuovo rapporto di redistribuzione più equa che riduca, fino ad abbatterla, la disuguaglianza.

Si deve puntare su una economia solidale globale per migliorare le condizioni di vita della intera umanità. La crisi del capitalismo si estende dall’etica alla morale. Vanno impediti comportamenti individualisti esasperati, dice Stiglitz, per questo è necessario un nuovo contratto sociale. Serve una economia circolare che riduca l’utilizzo di risorse naturali, le riutilizzi e le ricicli è una educazione alla sostenibilità ambientale. Nuove forme di fraternità solidale, di inclusione, integrazione e innovazione, queste le parole d’ordine del premio Nobel, nel suo discorso. Sviluppare proposte per una equa distribuzione della ricchezza mondiale, evidenziando che la fraternità e la solidarietà sono due pilastri fondamentali per costruire un sistema economico sostenibile che non opprima i poveri e che cerchi di mettere al centro del suo agire, la persona umana.

Due elementi che, nella loro natura più profonda, sono in contrasto con una delle cause principali della povertà: la corruzione. Il capitalismo progressivo crea un’era di scontento, una economia sociale crea una società più giusta e meno diseguale. Un sistema economico come quello attuale, non mette i mercati al servizio delle persone, continua Stiglitz, ma le persone al servizio dei mercati e favorisce comportamenti individuali esasperati che generano rabbia e violenza. Per questo è essenziale lavorare a partire dall’istruzione, su sistemi alternativi (che bella parola alternativa ndr) che non si basino sull’idolatria del denaro. “Dobbiamo sviluppare programmi e studi basati sul concetto di economia circolare, che riduce l’utilizzo delle risorse naturali e le riutilizza.

Educando alla sostenibilità ambientale e mettendo le persone al primo posto”. Il premio Nobel è molto severo contro il capitalismo “…ho descritto i molti aspetti della crisi del capitalismo, a partire dalla crisi della disuguaglianza è quella climatica e morale. Ho attribuito la maggior parte di queste crisi ai mercati senza regola, al neoliberismo a al profitto. Ho suggerito una via per superare questo, un modo per riformare l’economia di mercato e il capitalismo attraverso un maggiore equilibrio tra i mercati, i governi, la società civile e creando un’ampia ecologia degli accordi istituzionali, con maggiore enfasi posta sulle ong. sulle cooperative, cercando così di introdurre una maggiore solidarietà insieme ad una maggiore eguaglianza. Ho pensato che potremmo affrontare contemporaneamente sia la crisi della disuguaglianza sia quella climatica, attraverso politiche che creino una maggiore giustizia sociale ed ambientale (per dirla come Slavoj Zizek c’è bisogno di un nuovo comunismo ndr).

Dobbiamo fare molte cose, tra cui riscrivere le leggi dell’economia globale, per ridurre il potere delle multinazionali, per ridurre l’evasione e l’elusione fiscale, per creare un sistema di tassazione più efficace è veramente progressiva, per dare ai lavoratori un maggiore potere contrattuale, incoraggiare la contrattazione collettiva, rafforzare le organizzazioni sindacali confederali e di base. Istituire un reddito di cittadinanza mondiale e un reddito di sopravvivenza globale a garanzia dei diritti universali della umanità. Dobbiamo assicurarci che le multinazionali non diano importanza soltanto ai loro azionisti ma a tutte le parti interessate compresi i lavoratori, le comunità nelle quali questi lavorano e al pianeta sul quale viviamo. Allo stesso modo, dobbiamo ripensare i nostri accordi internazionali, ma non nel modo in cui il presidente Trump dice: American First, o chiunque altro prima di tutti. Prima di tutto il pianeta e prima di tutto le persone, e prima ancora di tutto la fratellanza e la solidarietà. Questo è quello che conta, prima di tutto”.

di Claudio Caldarelli

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