Morti in mare, guerra non dichiarata

Tutti i giorni. Tutti i giorni dell’anno. Tutti i giorni dell’anno decine di donne e bambini muoiono affogati nel Mediterraneo. Affogano nel silenzio e nella indifferenza della Europa, dell’America e del Mondo. Affogano. Una strage senza fine. Una guerra non dichiarata ma che uccide, tutti i giorni, senza bombe, ma con le onde, il maltempo e le imbarcazioni fatiscenti. Solo Papa Francesco, ogni giorno ricorda quei bambini, quelle donne, quelle persone che affogano e che nessuno ricorda. Anche i giornali, ne parlano poco. Notizie brevi. Rilegate a fondo pagina.

Più di 70 migranti, “fratelli nostri”, partiti dalla Libia, risultano dispersi, in questi giorni. Dispersi al largo della Tunisia. Lo riferisce la Guardia costiera. L’imbarcazione, su cui si trovavano circa cento persone, si è rovesciata ed è affondata al largo di Sfax (Tunisia centro-orientale). Unità della guardia costiera e della Marina sono riuscite a salvare 30 migranti, ma gli altri sono dispersi, ha detto il portavoce della Guardia nazionale tunisina Houcem Eddine Jababli. Dispersi in mare da giorni, significa morti affogati di cui non si trovano i corpi. “75 persone risultano disperse dopo che una barca carica di migranti è affondata al largo della Tunisia” ha twittato l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, precisando che alcuni corpi sono stati recuperati.

Sono più di 650 le persone, donne e bambini, morte affogate, nel Mediterraneo quest’anno, afferma il portavoce della OIM Italia Flavio Di Giacomo. Eppure nessuno ascolta gli appelli ad aumentare il pattugliamento, a prestare soccorso, ad accorrere quando un barcone in difficoltà lancia l’SOS. Però il governo, con l’assenso del Parlamento vota l’aumento al 2% del Pil gli armamenti, così come votano l’invio di armi. Nel Mediterraneo non c’è bisogno di inviare armi, ma solo navi per soccorrere persone in difficoltà. La vita è una è uguale per tutti. Tra quelle vittime, c’era una madre con i suoi due figli che stavano tentando di raggiungere il loro padre che lavora in Italia da circa due anni. Hanno tentato, con altre decine di persone, di attraversare il mare perché le richieste di ricongiungimento familiare erano state respinte. Sempre per questioni burocratiche: reddito insufficiente, mancanza di un documento, mancanza di una abitazione. Morire affogati, per cavilli burocratici che nessuno vuole superare, è indegno di un paese democratico. Ma anche noi, assomigliamo sempre di più agli americani. Acquisiamo i loro modelli, pensando di migliorare, invece sprofondiamo sempre di più in una società di diseguali, di indifferenti. Ci stiamo americanizzando nel senso più negativo del termine, stiamo cancellando la nostra naturale spontaneità che ci rende solidali e partecipi delle sofferenze altrui. La parte più bella di noi, che viene sostituita dalla parte più brutta del modello americano. E non ci sentiamo antiamericani, ma liberi di ribadire la nostra libertà di accogliere, i migranti vittime della fame e delle guerre.

di Claudio Caldarelli e Eligio Scatolini 

Print Friendly, PDF & Email