Coppie gay: presunzione di colpevolezza

L’amore omosessuale è ancora purtroppo una questione aperta e lo sarà a lungo, finché il mondo delle realtà sensuali sarà sbarrato di proibizioni, le più pericolose delle quali nascono dall’ignoranza, dall’educazione e dal linguaggio. Se il tanto atteso disegno di legge in materia di unioni civili, che non prevede l’adozione del figlio del partner, tra limiti e contraddizioni non risponde alla richiesta di pari diritti e dignità espressa dalle persone omosessuali è perché in Italia persiste una paura irrazionale dell’omosessualità. L’amore tra uguali è ancora colpevole, è ancora l’amore che non osa pronunciare il suo nome. Così lo definì Oscar Wilde. Proprio lui, lo scrittore de “Il ritratto di Dorian Gray”, venne condannato a due anni di lavori forzati perché giudicato colpevole di sodomia. Era il maggio del 1895 di un’Inghilterra che considerava reato l’omosessualità anche tra maggiorenni consenzienti. Oscar Wilde si proclamò sempre innocente, convinto di non aver commesso nulla di male, ma fu schiacciato dalla mentalità ottusa dei “perbenisti”. Non lo salvò il successo, non lo salvò il denaro, né la libertà di pensiero. Rovinato da escort e benpensanti, trascinato in un processo mediatico, precipitò in una rovina sociale ed economica: i suoi libri non vennero più acquistati, le commedie ritirate dalla scena. I suoi beni vennero sequestrati e messi all’asta per pagare le spese processuali. Dopo la bancarotta finanziaria e il divorzio dalla moglie, gli vennero tolti i figli. I due anni di lavori forzati -durissimi- gli rovinarono definitivamente carriera e salute. Oscar Wilde morì tre anni dopo l’uscita dal carcere, ed era ancora giovane. Il suo fu un caso di aberrazione giudiziaria, famoso perché riguardava il più grande poeta dell’epoca. Ma quanti altri casi simili o peggiori di questo sono avvenuti nel mondo in nome di un sentimento giudicato “immorale”? Sono ancora tanti i condannati ad una vita che vale di meno perché toccata da quella relazione che ancora non osa pronunciare il suo nome, ma che come ogni amore conforta e ha ali tanto larghe e tanto forti da scardinare le sbarre di una prigione.

Lunedì sera [29 aprile 1895], Carcere di S.M., Holloway

Mio carissimo ragazzo,

questo è per assicurarti del mio amore immortale, eterno per te. Domani sarà tutto finito. Se la prigione e il disonore saranno il mio destino, pensa che il mio amore per te e questa idea, questa convinzione ancora più divina, che tu a tua volta mi ami, mi sosterranno nella mia infelicità e mi renderanno capace, spero, di sopportare il mio dolore con ogni pazienza. Poiché la speranza, anzi, la certezza, di incontrarti di nuovo in un altro mondo è la meta e l’ incoraggiamento della mia vita attuale, ah! debbo continuare a vivere in questo mondo, per questa ragione. Il caro *** mi è venuto a trovare oggi. Gli ho dato parecchi messaggi per te. Mi ha detto una cosa che mi ha rassicurato: che a mia madre non mancherà mai niente. Ho sempre provveduto io al suo mantenimento, e il pensiero che avrebbe potuto soffrire delle privazioni mi rendeva infelice. Quanto a te (grazioso ragazzo dal cuore degno di un Cristo), quanto a te, ti prego, non appena avrai fatto tutto quello che puoi fare, parti per l’ Italia e riconquista la tua calma, e componi quelle belle poesie che sai fare tu, con quella grazia così strana. Non esporti all’Inghilterra per nessuna ragione al mondo. Se un giorno, a Corfù o in qualche isola incantata, ci fosse una casetta dove potessimo vivere insieme, oh! la vita sarebbe più dolce di quanto sia stata mai. Il tuo amore ha ali larghe ed è forte, il tuo amore mi giunge attraverso le sbarre della mia prigione e mi conforta, il tuo amore è la luce di tutte le mie ore. Se il fato ci sarà avverso, coloro che non sanno cos’è l’amore scriveranno, lo so, che ho avuto una cattiva influenza sulla tua vita. Se ciò avverrà, tu scriverai, tu dirai a tua volta che non è vero. Il nostro amore è sempre stato bello e nobile, e se io sono stato il bersaglio di una terribile tragedia, è perché la natura di quell’amore non è stata compresa. Nella tua lettera di stamattina tu dici una cosa che mi dà coraggio. Debbo ricordarla. Scrivi che è mio dovere verso di te e verso me stesso vivere, malgrado tutto. Credo sia vero. Ci proverò e lo farò. Voglio che tu tenga informato Mr Humphreys dei tuoi spostamenti così che quando viene mi possa dire cosa fai. Credo che gli avvocati possano vedere i detenuti con una certa frequenza. Così potrò comunicare con te. Sono così felice che tu sia partito! So cosa deve esserti costato. Per me sarebbe stato un tormento pensarti in Inghilterra mentre il tuo nome veniva fatto in tribunale. Spero tu abbia copie di tutti i miei libri. I miei sono stati tutti venduti. Tendo le mani verso di te. Oh! possa io vivere per toccare i tuoi capelli e le tue mani. Credo che il tuo amore veglierà sulla mia vita. Se dovessi morire, voglio che tu viva una vita dolce e pacifica in qualche luogo fra fiori, quadri, libri, e moltissimo lavoro. Cerca di farmi avere tue notizie. Ti scrivo questa lettera in mezzo a grandi sofferenze; la lunga giornata in tribunale mi ha spossato. Carissimo ragazzo, dolcissimo fra tutti i giovani, amatissimo e più amabile. Aspettami! aspettami! Io sono ora, come sempre dal giorno in cui ci siamo conosciuti, devotamente il tuo, con un amore immortale.

Oscar

di Daniela Baroncini

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