L’astrattismo e l’essere nella pittura di Gualtiero Savelli
L’astrattismo in pittura è un gesto artistico molto più concreto del figurativo. Lo vediamo nei quadri di Gualtiero Savelli. Il suo gesto è un andare e venire, una spola, una tessitura incessante tra il pensiero, lo sguardo umano e la dimensione dell’essere, ontologicamente intesa.
Attraverso la storia del figurativo pittorico, nonostante l’immobilità delle singole immagini, noi vediamo come in un film il trascorrere delle cose, delle situazioni umane e naturali, degli enti del nostro mondo in ogni loro possibile relazione, stato drammatico, poetico, in luce o in ombra che sia. Il figurativo coglie il riflesso dell’essere solo nel suo inseparabile impasto cromatico-luminoso con gli enti, con le cose del mondo. Esso si mostra ormai come una fastosa, drammatica, lacerante e insieme lacerata ingenuità visiva.
La vera domanda, però, è questa: può apparire un’immagine, una forma originaria dell’essere in quanto tale?
Ossia, si può scendere con lo sguardo sotto quella pelle dell’apparenza che nel manifestare l’essere allo stesso tempo se lo nasconde “sotto” o “dietro” e lo dissolve alla vista della coscienza?
Ecco che l’astrattismo si fa concreto proprio nel suo andare oltre il figurativo, oltre la processione degli enti, nel suo attingere ed esplorare uno spazio che è puramente logico, ossia – in termini di immagine, forma e colore – puramente geometrico.
Si fa concreto ma possiamo e dobbiamo dire direttamente si fa anche politico, nel senso della polis, della città, della comunità. Andare oltre il figurativo, infatti, è sentito dall’astrattismo non solo come una possibilità concessa al pensiero e allo sguardo umano, ma come una necessità artistica, estetica, che proprio in questo si fa testimonianza etica.
L’attuale inattualità dell’astrattismo, in particolare quella di Gualtiero Savelli, è di un inestimabile valore artistico, perché scaturisce dalla necessità di compiere tale gesto estetico-ontologico, aldilà di ogni moda pittorica del momento e dei valori, delle tendenze contingenti del mercato dell’arte.
Gualtiero Savelli è uno dei pochi maestri della pittura contemporanea che non ha mai deflesso dal rigore necessario a svelare, testimoniare un fondamento logico-spaziale alla base della pur caotica vicenda umana.
Egli ci mostra allo stesso tempo la bellezza, gli equilibri formali, la danza poetica, di linee mobili e campi di colore, che tesse nel nostro sguardo immagini dell’essere scevre da ogni ente.
Così – parafrasando la celebre espressione di Gadamer sul linguaggio -possiamo dire: “L’essere che può venir compreso si manifesta in pittura nell’astrattismo”. In quello di Gualtiero Savelli in maniera eminente.
di Riccardo Tavani