Accettare ogni cosa ed adeguarsi non è vivere ma sopravvivere: sei un “desiliente”?

Accontentarsi non fa bene alla salute. Ormai è noto che la ‘sindrome della rana bollita’ porta lentamente alla morte interiore ed inevitabilmente alla depressione. Si permette troppo spesso agli altri di decidere per noi, si tenta di sopportare e rimandare finchè accade qualcosa che ci rende il vivere quotidiano non più sostenibile e si inizia a sopravvivere.

Si accumulano frustrazioni, rabbia, disagio e paura: una miriade di emozioni negative represse e sepolte nel nostro inconscio che sono mascherate da un’apparente buona capacità di adeguamento alle circostanze che in realtà alimenta un dolore che prima o poi esploderà… Questo è ciò che accade alla fatidica ‘rana bollita’ che muore nell’acqua bollente dopo aver sprecato tutte le sue energie nel tentare di adattare il proprio corpo all’ambiente in cui è immersa (acqua sempre più calda) a tal punto da essere sfinita al momento di dover uscire dall’acqua divenuta bollente. Non è stato infatti il calore dell’acqua ad uccidere la povera rana ma l’incapacità di decidere quando saltare.

A volte si protrae una relazione sentimentale insoddisfacente solo nel tentativo di non causare malessere all’altra persona; si rimanda per anni la ricerca di un lavoro sognato e ci si accontenta di un noioso posto fisso oppure si tiene in un cassetto la propria idea imprenditoriale pensando che ci sarà tempo per realizzarla.

Tutto ciò porta a quella fragilità che io denominerei ‘desilienza’ (coniando un nuovo sostantivo) che è il contrario della resilienza: gli individui ‘desilienti’ sono infatti incapaci di far fronte in maniera positiva ad eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà.

La sindrome della rana bollita è purtroppo molto diffusa e alcuni stati o popolazioni o gruppi di lavotori, che per ragioni culturali e di stili di vita, ne vengono facilmente ‘infettati’ poichè sono soliti accettare con rassegnazione il presentarsi degli eventi anche negativi (mascherandosi dietro un falso ottimismo) assoggettati da poteri forti, da governi, da politici, da sindacalisti, da leader religiosi che li manipolano per trarne profitto.

In questi giorni credo che tutti ci sentiamo un pò come quella povera rana che è sul punto di morire ormai sfinita dopo più di un anno di pressioni subite a causa della presenza del Covid-19 nelle nostre vite… Siamo divenuti passivi e incapaci di reagire a tal punto di essere rassegnati e impotenti di fronte ogni decisione, a volte insensata, che ci viene imposta da chi ci governa e mantiene il fuoco acceso sotto la pentola di acqua calda in cui siamo quotidianamente immersi!

Sono ormai troppe le situazioni in cui ci adagiamo invece di lottare o ‘scappare’: la paura più grossa è sicuramente il cambiamento. Paradossalmente si preferisce vivere in una situazione di stasi e di attesa che non ci rende felice, nè ci gratifica piuttosto di rimettersi in gioco… perchè il cambiamento spaventa e abbiamo paura di saltare fuori dalla pentola!

di Tommasina Guadagnuolo