Il Goldman, “premio Nobel per l’ambiente” va all’attivista Liz Chicaje

Tra i vincitori di quest’anno del Goldman Environmental Prize, ritenuto uno dei più prestigiosi riconoscimenti al mondo per l’impegno a tutela dell’ambiente, c’è anche un’attivista nativa dell’Amazzonia peruviana, Liz Chicaje Churay. A motivare tale riconoscimento a Liz Chicaje, 38 anni ed esponente della comunità dei bora, è stata la mobilitazione portata avanti per far sì che un territorio esteso su oltre 850 mila ettari nel cuore dell’Amazzonia del Perù, venisse tutelato dalle attività di minatori e contrabbandieri di legname. L’obiettivo di tale impegno e il suo sforzo per proteggere un tesoro di biodiversità, è stato raggiunto nel 2018, quando il governo di Lima ha istituito il Parco nazionale di Yaguas, nella regione nord-occidentale di Loreto.

Quest’area protetta, si legge sul sito del Golden Prize, è ritenuta un esempio di “megadiversità” biologica, essendo la casa di oltre tremila specie di piante, 500 specie di uccelli, 550 di pesci e di svariati mammiferi.

Chicaje si è dunque distinta anche per la capacità di fare rete, osservano i promotori del premio, avendo messo insieme gli sforzi di funzionari governativi, attivisti ambientali locali e internazionali nonché scienziati. Premiato anche il fatto di aver catalizzato il consenso attorno all’idea della creazione del parco in 23 delle 29 comunità native che vivono ai margini dell’area, tra le quali ci sono anche gli stessi bora.

Da notare che già nel 2017, la vincitrice del Prize, che ha iniziato a difendere la foresta quando aveva solo 16 anni, prese parte anche alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici Cop23, che si tenne in Germania, come parte della delegazione peruviana.

Chicaje in occasione della premiazione ha rilasciato alcune dichiarazioni all’emittente britannica Bbc, dicendo che l’attuale Yaguas è «un luogo sacro» per i nativi, che non potevano più sopportare di «vederlo distrutto».

E così, con tenacia, forza, energia e determinazione, Liz Chicaje Churay, ha trasformato un sogno in realtà, una realtà che ora è sotto gli occhi di tutti, un’area protetta che oggi più che mai può essere considerata luogo sacro non solo per i nativi ma per tutti noi.

di Stefania Lastoria