L’europeista Caputova vince le elezioni presidenziali in Slovacchia

Il vento del cambiamento soffia in Slovacchia, piccola Repubblica dell’Europa centro-orientale di poco più di 5 milioni di abitanti.

L’avvocato Zuzana Caputova, 45 anni, eletta al ballottaggio con il 58% dei voti, sarà la prima Presidente donna del Paese. Divorziata, ecologista, a favore di nozze e adozioni gay: “la ragazza sconosciuta”, come è stata definita dal Presidente del Parlamento per la sua mancanza di esperienza politica, in questi mesi ha mobilitato le folle contro il malgoverno e promette di riscrivere la storia istituzionale del suo Pese, tra i più corrotti al mondo. La Slovacchia, insieme alla Polonia, L’Ungheria e la Repubblica Ceca fa parte del cosiddetto Gruppo di Visegrád, un’alleanza nata nel 1991 tra Paesi dell’Europa dell’Est, appartenenti all’UE, che porta avanti posizioni euroscettiche, sovraniste e rigide in tema di immigrazione. La vittoria della Caputova alle Presidenziali scuote come un terremoto le fondamenta del Gruppo, tanto più che la svolta slovacca giunge a meno di due mesi dalle elezioni europee, nel momento in cui il fronte nazional-populista tenta di dare l’ultimo assalto alla prova delle urne del 26 maggio.

L’ascesa politica di Caputova è legata all’intensa ondata di manifestazioni che è seguita all’omicidio del giornalista d’inchiesta Jan Kuciak e della sua fidanzata nel 2018, quando il giornalista si apprestava a pubblicare un articolo sui presunti legami tra la classe politica slovacca e la ‘ndrangheta.

La giurista Caputova, all’epoca vice-presidente del partito progressista, ha capitanato le manifestazioni di piazza che hanno portato alle dimissioni del premier Fico, e da quel delitto, dalla rabbia che ne è generata, ha avuto inizio la sua avventura politica culminata con la vittoria del 30 marzo scorso.

Cresciuta in una famiglia modesta, la neo -Presidente Caputova vive alle porte della capitale, dove ha peraltro condotto qualche anno fa una lunga battaglia contro una discarica di rifiuti tossici, che le è valso nel 2016 il Goldman Environmental Prize e l’appellativo di “Erin Brockovich slovacca”.

Ecologista, europeista, paladina dei diritti civili e donna: la strada di Caputova è tutta in salita in una Slovacchia politicamente corrotta e difficilmente governabile, ma la sua caparbietà e il suo coraggio lasciano ben sperare. Lei, che in questi mesi ha dimostrato di non cedere al populismo e sovranismo incalzanti, spezzando il fronte di Visegrad, lascia ben sperare l’Europa intera. La partita è ancora aperta, la nostra vecchia Europa non è necessariamente destinata al declino.

di Vittoria Failla