a Riduzione a Meme di Papa Francesco

Papa Francesco è stato il primo Papa della storia ad aver aperto un dialogo con la galassia gay. 

Se è vero quanto scrive Francesco Lepore su Linkiesta che le cose non sono in realtà così semplici, ma più sfaccettate, è parimenti vero che le posizioni che ha preso Bergoglio sull’argomento prima di lui erano inimmaginabili. 

Ancora il vigente catechismo della Chiesa Cattolica parla di omosessualità e degli atti omosessuali come di una “grave depravazione” che non può “in nessun caso essere accettata” perché “intrinsecamente disordinata” e “contraria alla legge naturale”. Quella dei gay è una condizione, per il Catechismo, per cui bisogna provare compassione, accompagnando le persone ad una vita di totale castità. 

Papa Francesco, senza intaccare la dottrina, ha lavorato tuttavia lungo i quasi 15 anni del suo pontificato per gettare il primo reale ponte di dialogo pastorale tra la Chiesa cattolica e il mondo LGBT+ della storia cristiano cattolica, fino ad arrivare a firmare recentemente un documento della Dottrina della Fede che apre ad una tipologia particolare di benedizioni per tutte le persone al di là del loro orientamento sessuale. 

Fiducia Supplicans, questo il nome del documento, ha generato un’ondata di dissenso interno al mondo cattolico tale da far seriamente pensare, a un certo punto, ad un vero e proprio scisma. Un rischio reale, se pensiamo che il presidente del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar (Sceam), il cardinale Ambongo, dovette ribadire un corale siamo con Pietro mentre di fatto comunicava che le aperture del documento, in Africa, non sarebbero state recepite. 

Questi sono fatti. Ci sono 13 anni di pontificato che fanno di Francesco l’unico Papa della storia ad aver pensato pastoralmente ad aprire un dialogo con la galassia gay.

Poi, anziano, stanco, quasi novantenne, il Papa è incorso in una grave gaffe, durante un recente incontro a porte chiuse della Conferenza episcopale italiana. Avrebbe detto checche e frociaggine riferendosi alla secondo lui eccessiva presenza di gay nel clero, un problema, scrive a ragione Lepore, molto, molto antico.

Il nostro tempo vive una corrosione talmente forte del linguaggio e del discorso pubblico che rischia davvero di appiattire l’intero Pontificato di Bergoglio riducendolo a un Meme?

Non so, magari esagero, ma credo il rischio ci sia. 

Questa dinamica a me pare davvero indicativa del nostro tempo e delle sue tendenze. 

Si rischia tutti di fare la fine del portiere di calcio che prende una papera. 

Io ho giocato in porta dieci anni, so bene come funziona: magari fai un partitone, ma basta un errore per rischiare di far ricordare solo quello di te. 

Giacomo Fagiolini