Referendum Trivelle. Vince il “sì” con l’85,4%, insufficiente a raggiungere il quorum

Barbara

L’affluenza alle urne non supera il 31%, solo in Basilicata si attesta al 50%.

Un esito che sa di sconfitta, aldilà del risultato raggiunto. Per quanto i “sì” siano stati l’85,4%, il referendum del 17 aprile non convince. Sono gli elettori i primi a non lasciarsi convincere, tenendosi lontani dalle urne. Infatti, l’affluenza al voto non ha contribuito a raggiungere il quorum, motivo per cui il referendum sulla durata delle concessioni alle trivelle non sarà valido. Nonostante le campagne di sensibilizzazione, i dibattiti e l’informazione sul tema, gli elettori italiani hanno trascorso la domenica altrove, contribuendo a non raggiungere la soglia di affluenza necessaria. Lo dimostrano i dati: ai seggi si è presentato il 32,15 per cento degli elettori aventi diritto, che scende al 31,18 se si tiene conto del (non) voto degli italiani residenti all’estero. In totale si tratta di 15 milioni e 806.788 elettori. Paradossalmente, nella giornata in cui si era chiamati a decidere sulla sorte delle coste del nostro paese, molti elettori si sono recati in gita fuori porta su quelle stesse località balneari. Cosa succederà ora? Per quanto i sì abbiano superato nettamente la controparte (circa il 14,16%), ad ogni modo l’esito del referendum non sarà tenuto in considerazione. Non avrà quindi un valore decisivo e vincolante. I risultati dimostrano come i cittadini non siano, forse, ancora pronti ad adottare un’etica sostenibile, e a considerare l’ambiente come una delle priorità nell’agenda politica del proprio Paese. Tanto più perché il referendum sulle trivelle rappresentava il primo plebiscito nella storia italiana ad essere organizzato su richiesta delle regioni, quali maggiormente coinvolte nel tema della balneazione, del turismo e delle ricadute che le trivellazioni in mare potrebbero avere sulle coste italiane. Attraverso il referendum si chiedeva agli elettori se prolungare le concessioni  per estrarre gas o petrolio da piattaforme offshore entro le 12 miglia dalla costa, finché i giacimenti non si esauriranno. “È già un grande traguardo” secondo i comitati No Triv, peccato che il voto si vanificherà del tutto e le trivellazioni procederanno a pieno ritmo, esattamente come prima del referendum. Viene da domandarsi non tanto l’utilità di questa giornata, ma se forse in questi mesi ci sia stata la giusta informazione nei riguardi dei cittadini, se si tratti d’irresponsabilità o di totale disinteresse da parte loro. Soprattutto, viene da chiedersi se valeva la pena offrire un’ulteriore occasione per farci una pubblicità che non ci fa onore, dimostrando come ancora una volta siamo in grado solo di condividere post sui social network, senza prendere posizione su un tema vitale per la sopravvivenza del nostro mare.

di Barbara Polidori