Esiste il costo zero nella propaganda salviniana?
Salvo fatti incredibili e inaspettati, il paese è destinato all’ascesa della Lega, proseguendo il dominio di questo Governo, con la conquista di quello che nascerà dalle prossime elezioni. La strategia comunicativa del suo leader è perfetta per costruire il consenso, trasformarlo in sostegno ed indirizzarlo nel voto. Si parla di spese da capogiro (denaro pubblico) nella comunicazione, ma è evidente che la sua bieca rozzezza ben si accorda con lo spirito imbarbarito da 20 anni di Berlusconismo, del popolo italiano. Più che fascismo sotto più o meno mentite spoglie, c’è da prendere atto che si tratti di un’ondata politico-culturale, più nuova che col ventennio ha pure qualche punto in comune, ma è priva di una vera idea di fondo a indirizzare le masse. Nel nuovo leghismo c’è solo il bieco intento di accattivarsi il consenso del popolo, seguendone i più bassi istinti, poiché non intende condurre il gregge da qualche parte, ma preferisce portarlo là dove questo già vuole andare: in qualche modo, non conduce, ma si lascia portare.
In tutto questo, si è anche parlato di “propaganda a costo zero”, poiché a differenza del salvataggio dell’Alitalia, della cancellazione dell’ICI e della finta ricostruzione de L’Aquila, di Berlusconiana memoria, oggi il consenso Salviniano non ha ancora inciso sui nostri conti (anche se poi l’attuazione dei 2 programmi giallo-verdi, col contratto di governo, creeranno non pochi danni ai conti pubblici). Invece non è così, se abbiamo il buonsenso di non guardare solo ai costi economici, quali conseguenze di questa continua campagna propagandistica.
Coloro che vivono ai margini, gli ultimi della società sono i primi a pagare, quando si sfasciano realtà funzionanti (che metterebbero in dubbio la politica delle ruspe), quali quelle di Riace o come quando si fa sciacallaggio sul dramma di profughi (come sul caso della Diciotti). Invece lo zelo con cui qualche assessorucolo del nord (come per la mensa scolastica Lodi) imposta una discriminazione lucida sui bambini, fa pagare gli innocenti. Le parole del Ministro dell’Interno sul caso Desirée, se ancora indirizzano l’odio verso lo straniero, lo fa comunque passando sulla disperazione dei disadattati, trasformandoli da persone da aiutare a bieco strumento propagandistico. Ed ora l’aggressione elle baracche intorno al Baobab, togliendo un misero riparo già ai primi freddi a chi non aveva nulla (in cambio di “Ve lo avevo promesso e mantengo…” del capo dei leghisti), fa pagare ancora gli ultimi i costi di questa assurda perpetua campagna elettorale.
Ma i costi a lungo periodo, quelli non visibili, li pagherà il popolo italiano e comunque non saranno pochi: con questa smaccata discriminazione, il leader leghista sta caricando di rabbia intere comunità che vivono al nostro interno. Mentre mostra le ruspe abbattere quei ritrovi, mente sapendo di mentire, perché se veramente volesse abbattere le sacche d’illegalità di questo paese, dovrebbe far più di qualche comparsata nei feudi degli Spada o dei Casamonica, dovrebbe scagliarsi ben più nettamente con le mafie che quei pusher extracomunitari li riforniscono. Ma siccome è più pericoloso attaccare chi ha una rete militare ed economica (che tra l’altro sorregge anche il nord
Italia, suo zoccolo duro), capace di vendicarsi molto più che non con qualche pietrata, il nostro Ministro degli Interni continua a fare propaganda sulle spalle dei più disperati, che oggi non possono nulla. Ma, facendo sì che anche gli “italiani dalla pelle diversa” siano bersagliati e non riconosciuti a tutti gli effetti come nostri concittadini, crea le premesse per le rivolte che ciclicamente accendono le banlieues francesi (ma non solo quelle); ma soprattutto per quel moto di rivalsa che va velocemente creando, presto trasformerà dei piccoli spacciatori in terroristi radicalizzati, in quei kamikaze che hanno insanguinato quei paesi del nord Europa, che si sono dimostrati per niente o solo fintamente accoglienti. Oggi stiamo piantando i semi del terrorismo di domani, crescendo intere comunità in ghetti ideologici, per non affrontare i veri problemi del paese, quali la corruzione, l’evasione fiscale, la mancanza di politiche di sviluppo, l’inesistenza di un supporto sociale ai più sfortunati.
Quando scoppieranno le prime bombe di matrice islamica, come per i 49 milioni di euro da rendere allo Stato in quasi un secolo (!), forse della Lega non ci sarà più traccia. Ma ci ricorderemo ancora che a provocarle sarà stata la mancanza di umanità alla base della sua propaganda?
di Mario Guido Faloci